Un terzo dei rifugiati giunti in Italia ha subito torture o violenze di I.Scaramuzzi

Iacopo Scaramuzzi La Stampa, 25 luglio 2015 Un terzo dei rifugiati o dei richiedenti asilo presenti in Italia ha subito torture, violenze o maltrattamenti. E’ la stima del centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia, che, mentre in estate le cronache riportano continui sbarchi di migranti

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Nave di MSF non autorizzata a sbarcare 700 persone in Sicilia a causa dell’incapacità di accoglienza

Ufficio Stampa di Medici Senza Frontiere La nave di MSF per la ricerca e soccorso Bourbon Argos sta ora navigando a nord della costa siciliana, in direzione Reggio Calabria, con 700 persone a bordo, dove dovrebbe approdare sabato mattina. Nonostante lunghe discussioni con le autorità italiane e gli sforzi compiuti

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APPELLO: sostenere la legge di rom e sinti contro il razzismo per l’inclusione

Semiriconoscimirispetti semiriconoscimirispetti@gmail.com> Care amiche e cari amici, l’abrogazione delle leggi regionali di Lombardia e Veneto a opera della Lega senza che vi sia stata qualche reazione significativa è un segnale preoccupante. Il messaggio di Salvini sta aprendo varchi a un razzismo diffuso nella società e la reazione politica sembra debole.

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Clochard: le trentunomila storie comuni di T.Careddu

Tania Careddu www.altrenotizie.org Povertà estrema: combinazione di penuria di entrate, sviluppo umano insufficiente ed esclusione sociale. Così il Comitato dei diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite definisce la condizione di individui a basso reddito per i quali è stata debole (quando non insufficiente) la rete di sicurezza sociale.

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La legge 185 “contro i mercanti di morte” compie 25 anni. Ma le armi continuano a uccidere di L.Kocci

Luca Kocci www.adistaonline.it La legge 185, che regola le esportazioni di armamenti italiani nel mondo, compie 25 anni. Venne approvata il 9 luglio 1990, dopo una lunga mobilitazione – la campagna “Contro i mercanti di morte” – dell’associazionismo pacifista e del mondo cattolico, soprattutto quello missionario con i comboniani di

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La famiglia cambia, cambino le leggi di P.Schellenbaum

Paola Schellenbaum www.riforma.it Una riflessione sulla recente sentenza di Strasburgo che condanna l’Italia per l’assenza di un riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso Proprio l’altro giorno stavo risistemando la scrivania del mio computer, prima della pausa estiva, e mi è capitato sotto mano un articolo intitolato «Is there a

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Sulle unioni civili è ora di cambiare passo di M.Magnano

Marco Magnano www.riforma.it La sentenza della Corte europea dei diritti umani ricorda alla politica italiana che il riconoscimento dei diritti per le coppie di persone dello stesso sesso non è rinviabile, neppure a destra Martedì 21 luglio la Corte europea dei diritti umani, che ha sede a Strasburgo, ha condannato

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Nozze gay, l’Europa sancisce il diritto di amare. Ora i politici agiscano di D.Accolla

Dario Accolla www.ilfattoquotidiano.it La Corte Europea di Strasburgo condanna l’Italia per il mancato riconoscimento delle famiglie formate da persone dello stesso sesso. L’ultimo tassello di un mosaico di eventi che dipinge un quadro ben definito: quello di un mondo, di vecchia e nuova democrazia, in cui si compiono passi importanti

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Gli omofobi si preparano alla colonizzazione ideologica delle scuole

Redazione http://gayburg.blogspot.it In Regione Basilicata è stata presentata una mozione volta ad introdurre l’insegnamento dell’omofobia nelle scuole, mentre il mondo politico è attualmente in fibrillazione nel carcere di aggirare le sentenze della Cassazione che obbligano due istituti paritari di Livorno di pagare l’ICI. Se davvero esiste un pensiero unico, non

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«Il vero target turco sono i kurdi, non l’Isis» di C.Cruciati

Chiara Cruciati Il manifesto, 27 luglio 2015 Raid sullo Stato Isla­mico in Siria, ope­ra­zioni mili­tari con­tro il Pkk tra Tur­chia e Iraq: Ankara, dopo un anno di silen­zio e accuse di col­la­bo­ra­zio­ni­smo con l’Isis, si è lan­ciata con­tro gli isla­mi­sti. Ma il tar­get prin­ci­pale è chia­ra­mente un altro: il movi­mento kurdo. Fini­sce così una

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