Partire con il piede giusto: un governo anche di ministre
Marina Pivetta
www.womenews.net, 13 novembre 2011
Una richiesta rivolta direttamente a Monti, nominato con investitura mediatica prima che Presidenziale. Un vulnus per la democrazia formale così cara a Napolitano.
Non soffermiamoci però su questo ma piuttosto sulla necessità di ricordare quanta competenza abbiano espresso le donne, le molte donne, in questi ultimi decenni. Un appello che penso ci debba trovare tutte concordi. Un appello che sussurrato, secondo lo stile di Concita De Gregorio, in una trasmissione si dovrebbe moltiplicare per il numero di chi ha manifestato con Senonoraquando. Proprio perché perseguire una democrazia paritaria è una delle richieste di questo movimento di donne che ha visto anche il consenso e la partecipazione di migliaia di uomini.
Da tempo affermiamo che la democrazia formale deve coincidere con quella sostanziale e partecipata. Insomma, non si tratta di quote, il 50 e 50 non fa che fotografare la realtà.
Il Presidente Giorgio Napoletano, del resto, in un suo telegramma al XV Congresso dell’Udi ha ricordato quanto grande sia stato e sia ad oggi il valore delle donne. Sarebbe dunque importante che ricordasse al nuovo Capo del Governo l’importanza di una democrazia più coesa e saldamente ispirata ai principi costituzionali di non discriminazione e di effettiva uguaglianza. Parole che possono essere lette nel telegramma qui riprodotto.
Saluto con sentimenti di viva cordialità tutte le relatrici e le partecipanti al quindicesimo congresso dell’Udi. E’ importante che nel 150esimo anniversario della nostra unità nazionale si ribadisca il perdurante valore di quelle tante italiane che hanno contribuito alla conquista dell’indipendenza e della libertà della Patria, che hanno lottato per l’affermazione dei diritti democratici, che si sono battute, contro ogni forma di pregiudizio.
Mi fa piacere ricordare la lunga attività che l’Udi ha scolto, e che continua a svolgere per contrastare la discriminazione di genere e la violenza delle donne e per migliorare la condizione femminile nel nostro paese. La decisione di cambiare il nome da Unione donne italiane in Unione donne in Italia testimonia inoltre la continuità del vostro forte spirito inclusivo.
Esprimo apprezzamento e condivisione per la vostra scelta di dedicare l’anteprima del confresso ai temi del lavoro e soprattutto a quell’aspetto cruciale e ancora troppo spesso trascurato della sicurezza. Auspico che dal vostro confronto possano scaturire idee, proposte e azioni concrete per costruire una democrazia più coesa, e saldamente ispirata ai principi costituzionali di non discriminazione e di effettiva uguaglianza.
In questo spirito a tutte le donne dell’Udi e alle sue giovani associate desidero esprimere un augurio di buon lavoro e un caloroso saluto.
mittente: Segreteria generale della Presidenza della Repubblica
————————————————-
La fine di un modo di governare, le inquietudini per il futuro
Con parole nostre
IFE Italia (IFE-EFI), Iniziativa Femminista Europea esprime:
a) felicità per la fine di un governo, e di un modo di governare, che oltre a creare imbarazzo nel paese e all’estero ha perseguito con caparbietà l’obiettivo di cancellare diritti collettivi ed individuali, affermare il primato del privato, garantire privilegi, impunità, diseguaglianze. S i è strutturato in questi anni un modello di società escludente, egoista, misogina. L’intreccio fra il potere dei soldi di Berlusconi e le culture xenofobe della Lega sono state un mix micidiale che hanno modificato nel profondo la politica , l’economia, la società, la cultura;
b) positiva consapevolezza di aver perseguito per come ne siamo state capaci ma con coerenza e determinazione l’obiettivo della caduta … dell’”imperatore “ ( anche se non ancora dell’”impero”….) attraverso la costruzione di iniziativa politica e la partecipazione attiva alla “cosa pubblica” ;
c) inquietudine per il nostro futuro perché se è un bene che in una democrazia bloccata così come è divenuta la nostra, anche a causa di un sistema elettorale pasticciato e di una legge elettorale definita “porcata” dagli stessi estensori, si sia comunque riusciti a produrre un cambiamento., resta però il fatto che il governo che sta per nascere , strumentalmente chiamato “tecnico” ( quando nei fatti è più che mai politico anche se non partitico) avrà, temiamo, carta bianca in campo economico (quindi lavoro e welfare) e sul modello di società e di democrazia ( la CEI ha subito sentito il bisogno di ricordare che esistono valori, fondati sulla religione, da considerarsi irrinunciabili. Alla faccia della laicità!). Osserveremo con sguardo attento il tipo di governo che si formerà ed il programma che esprimerà in particolare per ciò che riguarda i diritti delle donne e la loro autodeterminazione. Su questi aspetto non staremo zitte nè abbasseremo la testa se si continuerà con le medesime ricette che hanno portato alla crisi;
d) consapevolezza che senza un soggetto politico di “sinistra” (un termine forse antico ma che per noi ancora rappresenta un patrimonio di principi, valori, pratiche, comportamenti, modo di essere) difficilmente riusciremo, con gli attuali rapporta di forza fra generi e classi, a promuovere un’uscita dalla crisi fondata sull’eguaglianza, la solidarietà e l’empatia, la giustizia sociale, la democrazia e la laicità.
Consideriamo un prerequisito fondamentale per la nascita di un soggetto politico di “sinistra” la capacità di fare sintesi e di valorizzare le eguaglianze fra diverse/i. Prerequisito che ci pare ancora lontano, purtroppo.
Come femministe e come donne di sinistra continueremo il nostro piccolo ma tenace lavoro per trasformare la natura e la funzione del potere e dei sistemi attraverso cui si esprime, consapevoli che nessun progetto di trasformazione sarà possibile se non sapremo “diventare noi stesse/i il cambiamento che vogliamo rappresentare”.
Per IFE Italia: Danila Baldo, Stefania Baroni, Luisa Carminati , Alda Colombera , Cinzia Colombo, Silvia Dradi, Emanuela Garibaldi, Anita Giuriato, Roberta Morosini, Nicoletta Pirotta, Elena Pisano, Corinna Preda, Maria Pia Trevisani (Mapi), Laura Tonoli.