Difendiamo la libertà di espressione

Luisa Muraro
www.libreriadelledonne.it

Temo di avere scandalizzato persone oneste e chiedo di poter tornare sul mio breve commento alla strage del 7 gennaio a Parigi.

Se devo pensare a chi fomenta odio e paura degli altri sfruttando la libertà d’espressione, mi vengono in mente alcuni saggisti politici, i predicatori fanatici, certi partiti politici e ultimamente anche qualche romanziere…

I redattori di Charlie Hebdo sono fuori da questa lista! Loro hanno fatto da bersaglio di un odio fomentato da altri. Era un rischio di cui avevano consapevolezza, va detto. Quanto al vendere più copie, perché no? Volevano far ridere e dovevano vendere più copie, anche da qui passa la nostra libertà d’espressione.

Per fortuna, alcune e alcuni hanno capito le mie parole nel modo giusto. Che non vuol dire per forza essere d’accordo. Un uomo che stimo mi ha detto: ma chi stabilisce la misura giusta della satira? Chi traccia il confine fra la provocazione che ferisce inutilmente e quella che, facendo ridere, spinge a mettere in questione la realtà data?

Bella domanda. Forse troppo, inutile porsela? Io non lo penso e la pongo, soprattutto perché miro a escludere il potere costituito da ogni possibile risposta.

Per me, quella giusta misura è affidata alla persona singola, in primo luogo. Da antica lettrice di Linus so che Wolinski ne era capace. Degli altri non so, non conoscevo la loro produzione. Tant’è che non ho fatto nomi. Ho indicato una questione che non è solo di bravura personale, questo è chiaro, ed è ancora in cerca di risposte, rendiamoci conto.

Per cui bisogna tenere aperto lo scambio evitando giudizi che sarebbero prematuri e contrapposizioni che sono scorciatoie verbali. Del potere politico e mediatico con le sue messe in scena non c’è da fidarsi e le cose veramente importanti, difendiamole in autonomia.

(15 gennaio 2015)

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Parigi, 7 gennaio 2015: difendiamo il bene di esprimerci liberamente

Luisa Muraro
www.libreriadelledonne.it

Provo a dire due cose. Se sono scritte qui, vuol dire che sono state discusse nella redazione del sito della Libreria delle donne, come si fa con gli altri testi. Le firmo io perché mia è la responsabilità.

I criminali che il 7 gennaio hanno fatto strage nella pacifica redazione di un settimanale satirico, non sono peggiori dei politici e militari che, cent’anni fa, hanno voluto la prima guerra mondiale. Non ci sono giustificazioni né per quelli né per questi.

La libertà d’espressione è un bene prezioso che va difeso con tutto il coraggio che abbiamo e i mezzi leciti di cui disponiamo. Per la stessa ragione, il bene di esprimerci liberamente va usato senza censure ma con la necessaria saggezza.

Offendere i sentimenti profondi di donne e uomini non per una libera trasformazione della cultura ma solo per avere successo, come vendere più copie di un libro o di un film, questo non è saggezza.

Peggio ancora è servirsi della libertà d’espressione per fomentare l’odio e la paura tra culture diverse, quale che sia lo scopo.