Il 19 settembre: il giorno in cui ciascuno farà la differenza
(seguono link ad articoli, commenti, adesioni dal sito Articolo21 aggiornati quotidianamente)
di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace
da www.articolo21.info
Ci sono momenti in cui bisogna essere presenti. In prima persona. Ci sono momenti in cui se decidi di restare a casa o scegli di fare altro ti assumi una grande responsabilità. Sono i momenti in cui si rende necessaria una mobilitazione vasta delle persone, della gente, dei cittadini e non solo dei più accorti. Sono i momenti difficili in cui è indispensabile una reazione forte, civile, estesa. Sono i momenti in cui, davanti ad una grande minaccia, bisogna vincere ogni scetticismo e riscoprire il potere vitale della partecipazione personale. Sono i momenti in cui, letteralmente, ogni persona può fare la differenza.
La manifestazione che si terrà a Roma sabato 19 settembre per la libertà d’informazione è uno di questi momenti.
La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo e noi lo stiamo perdendo senza reagire. Se fossimo sul punto di perdere i soldi in banca, la casa o il lavoro ci scateneremmo senza batter ciglio. Ma se qualcuno ci impedisce di conoscere, di capire o di parlare ci limitiamo a borbottare. Non è per caso che siamo giunti a questo punto. Perché davanti alla lunga sequenza di attacchi a giornalisti e giornali, di illegalità, di abusi e di manipolazioni che hanno stravolto il sistema italiano dell’informazione e il servizio pubblico radiotelevisivo non c’è stata un’adeguata reazione politica, culturale e sociale.
Per questo, la manifestazione del 19 settembre è estremamente importante (e dobbiamo essere grati alla Federazione Nazionale della Stampa, ad Articolo 21 e a tutti quelli che l’hanno promossa). Perché deve scuotere chi ancora dorme. Perché deve spingere i responsabili della politica e delle istituzioni ad intervenire efficacemente, a fare quello che non hanno ancora fatto in difesa della Costituzione, della legalità e dei nostri fondamentali diritti. Perché deve segnare in ciascuno di noi un cambio di mentalità e una nuova assunzione di responsabilità.
Il problema non è solo difendere i giornalisti e i giornali sotto attacco per non aver accettato il guinzaglio, ma difendere il nostro diritto di parlare e di essere ascoltati, di operare e di non essere oscurati, di informare e di essere informati.
La manifestazione del 19 non è per qualcuno. E’ per tutti noi. E anche per gli altri. Ci sono persone, popoli, problemi, tragedie umane, guerre, conflitti, ma anche storie positive, idee, valori, progetti e proposte che non passano attraverso un mondo mediatico che li oscura e li cestina sistematicamente. Non passano e non passeranno fino a che ci limiteremo a brontolare.
Lo stesso discorso vale anche per la Rai. Noi abbiamo il diritto di avere un servizio pubblico radiotelevisivo degno del nome che porta, un servizio pubblico di qualità, aperto e plurale, attento alla vita delle persone e alla realtà del mondo, aperto ai costruttori di pace, di giustizia e di speranza e non solo ai killer e agli illusionisti, ai mercanti di menzogne e finzioni. E’ un nostro diritto. Nessuno ce lo può togliere. Ma nessuno lo riconoscerà se non saremo noi ad esigerlo.
Diamoci da fare. Non ci saranno altri tempi supplementari. Il 19 settembre è ora.
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