Il 7 settembre ci dobbiamo essere tutti!
Sarà la prima grande manifestazione di pace contro la guerra in Siria e “i drammatici sviluppi che si prospettano.” Aderisci anche tu!
Flavio Lotti, Coordinatore della Tavola della pace
www.perlapace.it
Giornata di digiuno e di preghiera per la pace
in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero
il 7 settembre ci dobbiamo essere tutti!
Quella del 7 settembre sarà una giornata importante. E spero che ci saremo tutti. Ciascuno a suo modo, con il suo credo e le sue convinzioni.
Sarà la prima grande manifestazione di pace contro la guerra in Siria e “i drammatici sviluppi che si prospettano.” L’ha indetta ieri con grande forza e coraggio Papa Francesco rompendo il silenzio e l’inazione generale che da lungo tempo circonda questa tragedia. Non c’è spazio per nessun distinguo. Chi vuole sinceramente la pace non può che partecipare.
Papa Francesco invita tutti a una giornata di preghiera e di digiuno. La preghiera per i credenti. Il digiuno per tutti. Il digiuno è, prima ancora che un atto di rinuncia materiale al cibo, un gesto di vicinanza a tutti quei bambini, quelle donne e quegli uomini che sono precipitati nell’inferno della guerra “in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero”. Vicinanza, condivisione, solidarietà contro lontananza, indifferenza, menefreghismo. Il digiuno è anche un atto politico contro una politica che minaccia di trascinarci in un nuovo conflitto mondiale, che non solo non ha ancora fatto nulla per spegnere l’incendio mediorientale ma ha addirittura contribuito ad alimentarlo. Il digiuno è un gesto di protesta contro l’ingiustizia dilagante e contro l’ipocrisia che l’accompagna e cerca di coprirne i responsabili. Ma il digiuno è anche un atto di “penitenza”, di “autocritica”, di riconoscimento delle proprie responsabilità. Chi digiuna riconosce di non aver fatto abbastanza, di essere in qualche misura “corresponsabile”. Forse non potevamo fare altro ma, di fronte a tragedie così grandi, non ci possiamo autoassolvere.
Il digiuno è anche un atto di proposta. E Papa Francesco ha accompagnato l’indizione di questa giornata con una chiara proposta che non possiamo non condividere. Una proposta che interpella la politica e tutti i suoi massimi responsabili. Eccone i punti essenziali:
1. “Mai più la guerra! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!”
2. Ferma condanna dell’uso delle armi chimiche.
3. Appello alle parti in conflitto perché ascoltino la voce della propria coscienza, non si chiudano nei propri interessi e intraprendano con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione.
4. Appello alla Comunità Internazionale perché faccia ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana.
5. Appello affinché non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini.
6. Appello affinché agli operatori umanitari, impegnati ad alleviare le sofferenze della popolazione, sia assicurata la possibilità di prestare il necessario aiuto.
Perché queste proposte non restino inascoltate sarà necessaria una vasta mobilitazione delle coscienze. E ciascuno di noi ha la responsabilità di fare la sua parte. Papa Francesco ci rivolge un appello chiaro e forte: “Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito di pace.” Il 7 settembre partecipiamo alla giornata di digiuno e di preghiera, sventoliamo le bandiere arcobaleno, appendiamole alle nostre finestre e facciamo in modo che nessuno possa dire “ma io che c’entro?”
CONTRO IL DIGIUNO. (GUAI AI FARISEI IPOCRITI)
Alessio Mannino
http://www.ilribelle.com
Se predicato da un Papa e praticato dai preti, il digiuno per nobili motivazioni – come la pace – ha un senso religioso e una dignità spirituale. Gesù diede l’esempio digiunando quaranta giorni, per eliminare il superfluo e ascoltare meglio la parola del padre.
Ed è questo il significato del digiunare per un cristiano: sentire meno il peso della carne per udire di più la voce di Dio. Un assurdo, visto che la fame il suo morso lo fa sentire eccome, lancinando la carne viva. Ma l’ascesi mortificante è un must dei cristiani: contenti loro…
Bergoglio, fra un tweet e l’altro, invita alla privazione collettiva di cibo questo sabato contro la guerra (sottinteso: alla Siria). L’invito è esteso a tutti, atei compresi. Il che mi pare un controsenso, visto che un ateo degno di tal nome a Dio non ci crede. Ma tant’è, ormai non ci sono più i Papi di una volta.
Lasciando perdere queste fisime sacre, passiamo ai profani affamati per convenienze. Dopo l’annuncio del pontefice c’è stato un corri corri generale per conquistare il titolo di digiunatore più zelante. Uno spettacolo obbrobrioso. Politici, sportivi, attori, gente famosa di tutte le risme si scopre pervasa da un’ascetica volontà di far la fame, sia chiaro per un solo giorno.
Il nefasto Veronesi, sempre prodigo di amenità ammantate di scienza, sentenzia: la protesta del Papa è laica, perché è provato scientificamente che la violenza è contro natura. Vi supplico, mandategli un dottore. È certamente crudele, aberrante, immorale la “violenza”, quando distrugge vite umane innocenti. Ma che sia innaturale, no. Altrimenti l’insigne medico dovrebbe spiegarci com’è che l’uomo si ritrova in corpo da decine di millenni l’istinto di aggressività, base biologica dell’autoconservazione.
Un altro uomo di Chiesa, don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace, ha finito da pochi giorni di digiunare contro lo stupro di cemento che ha distrutto il Veneto. Lui, la fede ce l’ha, ci crede e amen. Ma poi è partita la staffetta di sindaci e amministratori comunali per imitarlo.
Quegli stessi che non sanno resistere al richiamo dell’onere urbanistico e dello “sviluppo” licenziando piani regolatori in cui scappa sempre la costruzione ex novo, il centro commerciale, la speculazione. Guai ai farisei ipocriti, tuonava l’unico vero cristiano esistito, quello che morì sulla croce. Ma hanno sempre vinto alla grande i farisei.
Mi spiace per chi è in buona fede, ma a me questa storia del sacrificio di ventiquattrore d’orologio, massificato e globalizzato, non convince per niente. È un bel media event, di quella grande industria del consenso che è diventata la Santa Madre vaticana. Non abbiamo mai sentito, mai, nessun vicario di Cristo piangere una lacrima per i bambini polverizzati dai droni in Afghanistan. Sarà che laggiù non ce ne sono battezzati cattolici.
E non abbiamo neppure mai visto un vescovo di Roma, uno che sia uno, puntare il dito di condanna contro l’Impero del Bene occidentale come fece Woityla contro l’Impero del Male comunista. Troppi interessi da difendere nelle diocesi Usa e nella vecchia Europa.
Preferisco mangiare di gusto e tenermi in forze per fare ciò che posso, nel mio caso scrivere e divulgare chi scrive che la guerra alla Siria non è altro che l’ennesima aggressione illegittima e prevaricatrice degli Stati Uniti e dei suoi reggicoda. Digiunassero pure, i fan di Bergoglio. Sperando che l’ispirazione divina, oltre che far divampare la fede, li illumini anche nella ragione, madre della giustizia.
L’intenzione di papa Francesco è evangelica perché certi demoni si scacciano solo con la penitenza, il digiuno e la preghiera. La guerra è sempre un demone che nasce dalla pazzia e sfocia nella pazzia senza ritorno. Avrei preferito che avesse posto qualche condizione, del tipo: chi partecipa al digiuno non può fare scelte di guerra; i politici che vi partecipano devo impegnarsi a non vendere armi per fare cassa o semplicemente per mercato d’interesse; chi fa digiuno deve fare pubblicamente dichiarazione di rispetto della legalità sempre, senza eccezioni; chi digiuna deve sempre dire e servire la verità, ecc. ecc.
Capisco che il papa non può controllare tutto e quindi il valore del digiuno è simbolico, cioè un richiamo a tutti a «pensare» sulle scelte e forse anche un invito a fare pressione presso i propri governi.
Nel momento in cui il papa o un altro invita a digiuno «pubblico», questo e la preghiera che lo circonda non sono più «privati», gesti di una coscienza individuale, ma sono atti pubblici che si svolgono in pubblico, con la partecipazione di pubblico. A Genova il cardinale Bagnasco ha convocato la diocesi in cattedrale per le ore 19,00 e fino alle ore 23,00. Se fosse un atto privato, bastava che ognuno entrasse nella propria stanza, dove nessuno lo vede, tranne il Padre, e lì pregasse per conto proprio, anche idealmente unito a milioni forse miliardi di persone.
Quello che si celebra sabato è un «atto pubblico» a tutti gli effetti che ha incidenze pubbliche e anche personali. Io penso che sia un atto spirituale di pressione politica, senza nulla togliere al valore e all’importanza del gesto in sé. Dico che è legittimo.
La preghiera non è mai privata, perché sarebbe intimismo, ma la preghiera è sempre un atto «ecclesiale», cioè comunitario, anche quando si fa da soli. Pregare non è dire formule, ma illimpidirsi lo sguardo per essere capaci di vedere la realtà con gli occhi di Dio, aiutarsi a rispondere alla domanda: se Gesù fosse al mio posto, che cosa farebbe? Se pregare è dire un rosario, cioè meditare alcuni misteri e appagarsi, allora è vuota. Pregare è amare e lasciarsi amare e in questo contesto, perdere tempo per chi si ama. A volte ho la sensazione che preghiamo come ultima spiaggia perché «non c’è altro da fare», squalificando così la preghiera come fallimento e impotenza. Pregare è impegnarsi a «cambiare testa/pensiero/modo di vedere e di scegliere».
In questo senso sono d’accordo con chi dice che la presenza strumentale di certi figuri, denigra loro stessi, anche se questi hanno la faccia di bronzo e non si denigrano affatto, ma ne sfruttano l’occasione proprio perché senza coscienza. Nello stesso tempo, voglio dirlo chiaro: chi è fuori posto sono loro che sono la negazione del digiuno in sé e specialmente del digiuno che abbia come obiettivo la Pace.
Proprio in questi giorni è «scaduto» come ordinario militare, il generale di corpo di armata, mons. Pelvi, capo dei cappellani militari che parteciperanno in massa al digiuno e alle celebrazioni con papa. Sono quelli che chiamano la guerra «missione di pace» e parlano di «carità profetica» degli eserciti, dei soldati che fanno della vita e che il servizio militare non è compreso «da coloro che esaltano la pace ad oltranza». Costoro insieme a molti partecipanti al digiuno hanno sempre fatto scelte «politiche» di guerre. Sempre. Volevo solo dire che, come la Costituzione m’impone e il Vangelo mi obbliga, «ripudio la guerra», ma ripudio anche loro, in quanto rappresentanti di una politica e di una religione che non mi appartengono.
Certo, pregare è un valore, un altissimo valore, ma come nei primi secoli, si allontanavano i catecumeni dalla Eucaristia perché non ancora battezzati, sarebbe stato bello e sarebbe bello se, come ha fatto a Lampedusa (dove non ha voluto Al Fano che scalpitava per essere accanto al papa e servirsene come propaganda e i vescovi siciliani che mai sono andati sull’isola di loro iniziativa), il papa avesse detto: Indico una giornata di digiuno riservata ai cattolici, ai cristiani, ai laici. Non sono invitati i politici, che in quanto tali, hanno le mani in pasta e nemmeno i cappellani militari, i vescovi militari in corso, in congedo o defunti perché chiunque indossa una mimetica non può pregare per la Pace, né digiunare contro la Guerra.
Tutto qui. Non una virgola di meno né di più. E’ così fuori dalla logica?
Che la Chiesa, ossia tutte le Chiese
si convertano in profondità ed autenticità. Nulla al mondo è più urgente!
Emergency, un’organizzazione laica che ogni giorno guarda in faccia l’orrore dei conflitti, non può che riconoscersi nelle ferme parole di Papa Francesco: “Mai più guerra!”.
Sabato 7 settembre, Emergency parteciperà alla giornata per la pace. Lo faremo nel nostro modo, stando dalla parte delle vittime: in Iraq, dove ogni giorno restituiamo gambe, braccia e dignità ai mutilati di guerra; in Italia, dove i nostri medici prestano le prime cure ai profughi, tra cui molti siriani, che sbarcano sulle nostre coste; lo faremo in Afghanistan, dove quest’anno abbiamo ricevuto oltre il 50% di feriti in più rispetto all’anno scorso – se mai servisse un’altra prova del fatto che le guerre non portano mai la pace, ma aggravano lutti e violenze.
Lo faremo gridando, ancora una volta, il nostro rifiuto della violenza come strumento di aggressione e come strumento di risoluzione delle controversie, la nostra condanna per le armi e gli strumenti di morte che vengono prodotti anche nel nostro Paese, il nostro fermo rifiuto della logica barbara che, ancora oggi, lascia credere che la guerra possa essere una soluzione. Per i cittadini del mondo, la guerra è sempre il problema, e mai la soluzione: “Mai più guerre!”.
LA NOSTRA COMUNITA’ ADERISCE ALLA MOBILITAZIONE CONTRO LA GUERRA PARTECIPANDO AL PRESIDIO DI VIA DUOMO
“Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi” Papa Francesco invita tutti a una giornata di preghiera e di digiuno.
La preghiera per i credenti. Il digiuno per tutti. Ciascuno a suo modo, con il suo credo e le sue convinzioni. “Mai più la guerra! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!”
Sabato 7 settembre – alle ore 16,30 – presidio sul sagrato del Duomo di Napoli contro l’intervento armato in Siria e contro tutte le guerre. La Scuola di pace aderisce all’iniziativa del Comitato Pace Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania.
In occasione della riunione odierna dedicata all’organizzazione del 40° anniversario della comunità nei locali di via Ostiense 152 B, si è deciso di aderire alla veglia e digiuno per la pace indetta da papa Francesco. Saremo presento con due striscioni: quella della comunità e uno contro l’istituzione dei cappellani militari.
Appuntamento per tutt* sabato 7 settembre alle ore 18.15 davanti al portone di Castel Sant’Angelo.
L’intervento di papa Francesco all’Angelus di domenica si fa voce di tutta l’umanita’, non solo dei cristiani. “Ma piu’ guerre” e’ un grido che esprime non solo il messaggio evangelico ma anche il massimo di realismo politico. La violenza richiama violenza: l’appello inascoltato di papa Wojtyla nel 2003, prima della guerra in Iraq, mostra quanto fossero vere le sue parole se esaminate alla luce di quanto poi e’ successo. “Noi Siamo Chiesa” aderisce naturalmente all’invito di papa Francesco a pregare e a digiunare sabato 7 settembre. E’ un gesto simbolico che esprime l’appello confidente e sofferente dell’uomo a “Chi tutto puo’” e anche manifesta ai potenti della terra la vera voce di gran parte dell’opinione pubblica mondiale.
L’adesione del movimento “Noi Siamo Chiesa” e’ in continuita’ con il forte contrasto che esso ha manifestato in passato nei confronti delle guerre in Kossovo, in Afghanistane in Iraq, con la sua attiva partecipazione al movimento pacifista e alle marce Perugia-Assisi e con l’attuale campagna contro i cacciabombardieri F35. Purtroppo le parole del papa vengono, anche questa volta, “usate” da chi,confrontandosi con esse, dovrebbe solo tacere, pentirsi e dimettersi. E’ questo, ci sembra, il caso del “cattolico” ministro della Difesa Mauro che ha dichiarato di aderire al digiuno mentre sostiene non solo gli F 35 ma anche la politica di mantenimento e di rafforzamento di ogni struttura militare del nostro paese.
NOI SIAMO CHIESA
Roma, 3 settembre 2013
Cari amici e amiche,
il Cipax vuole aderire alla “giornata per la pace in Medio Oriente e nel mondo” indetta da Papa Francesco il 7 settembre in P.za S. Pietro dalle 19,00 alle 24,00.
Ci ritroveremo alle ore 18,00 presso il portone di Castel Sant’Angelo.
Vi aspettiamo numerosi !!
Saluti di pace e bene
Comunicato stampa n. 3 del 04/09/2013
I promotori della dodicesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2013, aderiscono alla giornata di digiuno e di preghiera per la pace indetta da Papa Francesco per il sette settembre ed invitano le comunità cristiane e musulmane italiane a partecipare attivamente a tale importante iniziativa.
Insieme a Papa Francesco diciamo che “Vogliamo ascoltare il grido della pace che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità. E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti scoppi la pace, mai più la guerra. La pace è un dono troppo prezioso che deve essere promosso e tutelato… Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza. Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare all’altro come a un fratello e di intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro e del negoziato”…
Chiediamo l’immediato cessate il fuoco in Siria con l’avvio di trattative tra le parti anziché di nuovi e più devastanti bombardamenti. Chiediamo l’embargo su tutte le forniture di armi ai combattenti e l’invio di aiuti alla popolazione civile massacrata dalla guerra.
Ricordiamo che l’iniziativa della Giornata del dialogo cristiano-islamico è nata nel 2001, immediatamente dopo la tragedia dell’11 settembre e l’avvio da parte degli USA della guerra contro l’Afghanistan che è ancora in corso. Anche in quell’occasione l’allora Papa Giovanni Paolo II prese decisamente posizione contro l’avvio della guerra e invitò tutte le religioni a digiunare il 14 dicembre del 2001, che corrispondeva all’ultimo venerdì del Ramadan di quell’anno. Da quella indicazione prendemmo spunto negli anni successivi per lo sviluppo della nostra iniziativa di dialogo tra cristiani e musulmani. A distanza di 12 anni, sono tuttora valide le ragioni dell’opposizione alla guerra espresse da Giovanni Paolo II quel venerdì 14 dicembre 2001 e oggi rilanciate con forza da Papa Francesco.
Dopo 12 anni, la guerra in Afghanistan non ha risolto nulla ma ha anzi reso peggiore la situazione di quel paese e del mondo. Stessa esperienza abbiamo poi vissuto con la guerra in Iraq, con quella in Libia e ora con la guerra in Siria, che dura da due anni, e nella quale oggi gli USA intendono intervenire direttamente, violando lo Statuto dell’ONU e aumentando enormemente il pericolo di una conflagrazione generale.
Oggi come nel 2001, “La guerra non e’ mai inevitabile. Con la guerra tutto e’ perduto. Con la pace tutto e’ possibile”. “Mai piu’ guerra. Mai piu’ terrorismo. Mai piu’ violenza”.
Con un fraterno augurio di Shalom, salaam, pace
Anche gli obiettori alle spese militari e nucleari (www.osm.dpn), invitando tutti i pacifisti ed i nonviolenti “laici”, intendono partecipare all’iniziativa di ispirazione gandhiana promossa dal Papa, riunendosi alle ore 18.00 presso la LOC, in via Mario Pichi 1 (MM Porta Genova).
Nella guerra civile siriana, con le sue decine di migliaia di morti ed i milioni di profughi, confluiscono tutte le tensioni dell’area e i giochi delle potenze regionali e globali. Gettare ulteriormente benzina sul fuoco con interventi militari esterni, quali ne siano le motivazioni, o meglio i pretesti, rischia di far esplodere un incendio generale.
Partiamo dalla valutazione che sia ancora possibile che il Congresso USA bocci Obama nella sua decisione di “punire” militarmente il dittatore siriano Assad, a cui è attribuito l’uso di armi chimiche. Riteniamo che aiutare questa bocciatura parlamentare in America, che dovrebbe seguire quella già avvenuta nel Parlamento britannico, sia il compito politico del momento, se siamo realmente interessati ad attivare dinamiche di minore violenza nella situazione siriana ed a prevenire la guerra globale in Medio Oriente.
Dobbiamo, in sostanza, cercare di rafforzare, nell’immediato, un evento che può funzionare nell’esprimere efficacemente l’orientamento dell’opinione pubblica mondiale, manifestazioni cioé che possano aiutare un deputato del Congresso USA a dire: voto NO, caro Obama, perché intendo rispettare la volontà di pace del popolo americano e dei popoli del mondo.
Quindi, dalle ore 18 alle ore 21.00, in via Pichi, facciamo digiuno (chi vuole) e meditazione laica a partire dalla visione di filmati e documentari sulla situazione siriana e medio-orientale, che esamineremo e discuteremo.
Abbiamo 4 punti che intendiamo approfondire ed elaborare:
1- Cessate il fuoco tutti in Siria, trattative al posto dei combattimenti!
2- Aiuto alla popolazione civile massacrata dalle milizie di qualsiasi
bandiera!
3- Embargo ONU su tutte le forniture di armi entro il territorio sirano!
4- No a bombardamenti “punitivi”: Obama, fermati!
Dopodiche ci spostiamo nella Basilica di S. Ambrogio per unirci ai cattolici ed agli altri pacifisti “di buona volontà” che condividono lo stesso comune sentire, espresso dalle parole del Papa: “Vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti scoppi la pace, mai più la guerra. La pace è un dono troppo prezioso che deve essere promosso e tutelato… Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”.
Info: Massimo Aliprandini – Beppe Marazzi – Alfonso Navarra tel. 02-58101226 email locosm@tin.it
Un trionfo dell’evoluzione umana è stato quello che ha portato al passaggio dal dominio della forza individuale al dominio dell’altruismo collettivo. È un mutamento propriamente culturale rinunciando al quale si ricade in una profonda regressione. Nulla perciò può giustificare la minaccia di una «spedizione punitiva» contro una parte di una comunità nazionale già travagliata da cruenti assestamenti interni e da azioni criminali come l’uso delle armi chimiche già nettamente proibite nell’attuale ordinamento.
Abbiamo affidato la pace mondiale a una organizzazione, l’Onu, che vede i Paesi riuniti intorno a tavoli di dialogo con la finalità di rispetto dei diritti umani delle comunità più diverse per storia e tradizioni. Ora l’Onu deve mostrare il suo carattere globale e non comportarsi come una oligarchia di potenze militari: non possiamo credere che proprio i Paesi più avanzati manifestino nuovamente la volontà di risolvere con la forza il rischio di un incombente pericolo che viene dalla Siria, già sconvolta dalla irresponsabilità dei suoi dirigenti.
La richiesta unanime di un accordo pacifico è la sola via praticabile e non può nascondersi dietro una assurda «impossibilità di dialogo». Forse, un piano internazionale di aiuti alla popolazione
civile che produca diffuso benessere con la possibilità di gestione delle risorse sotto il controllo dell’Onu produrrebbe quel gradino, superato il quale si metterebbe in moto una politica di pubblico interesse.
Le parole, il messaggio al G20 e l’iniziativa di sabato 7 come serata di preghiera e di digiuno costituiscono la testimonianza della fecondità del Vangelo. Il cristianesimo e le religioni del mondo stanno dimostrando, pur con le loro contraddizioni, di rappresentare una delle componenti essenziali per la creazione di un mondo di pace e di giustizia. Papa Francesco è in questo momento, come vescovo di Roma, il più attento e coraggioso testimone del Vangelo della pace. Questa è già una buona partenza per il suo ministero e ci auguriamo che trovi ascolto nelle religioni, nelle coscienze, nella nostra chiesa e presso i “potenti della terra”.
Volevo anche io aderire all’invito di Francesco papa per un giorno di digiuno per la Pace in Siria, sabato 7 settembre 2013, mentre i G20 a San Pietroburgo, mangiano caviale e salmone e decidono la guerra o meglio la vendita di armi, sempre redditizia. Poi leggo che vi aderiscono: Mario Mauro, ministro italiano della guerra, sempre in quota CL, già Pdl ora montiano e favorevole alla grazia per Berlusconi; Formigoni Roberto, CL celestiale, non nuovo ai rapporti con i Dittatori e indagato anche lui e strenuo difensore di Berlusconi. Potrei continuare nella litania dei colpevoli che non dovrebbero nemmeno farsi vedere, se avessero un minimo di coscienza e di dignità. Invece …
A questo punto più che un digiuno per la pace mi pare un coffe break dalle larghe intese con delinquenti e guerrafondai e immorali in passerella da primo piano. No, il casino non fa per me!
A tutti un abbraccio affettuoso.