8 per mille: forse non tutti sanno che… di Nsc gruppo di Roma

NOI SIAMO CHIESA – Gruppo di Roma

INIZIATIVA OTTO PER MILLE
“MA FORSE NON TUTTI SANNO CHE …”

COMUNICATO STAMPA
«Chiedilo a lui» è titolata la nuovissima pubblicità – già presente sulla quarta copertina delle Pagine bianche distribuite gratuitamente porta a porta a tutte le famiglie italiane – della Conferenza episcopale italiana che invita i contribuenti a destinare alla Chiesa cattolica l’otto per mille dell’Irpef. «Sì, chiedilo a padre Gaetano, che ha passato una vita a difendere i più deboli nelle carceri minorili – prosegue il testo –. Chiedilo a sister Gracy, che in India salva dalla miseria e dallo sfruttamento tante bambine abbandonate. Oppure chiedilo a Lucia, che era sola al mondo con il suo bambino. Con l’otto per mille alla Chiesa cattolica continui a fare molto, per tanti».

Ma forse non tutti sanno che….
Noi Siamo Chiesa, sezione italiana dell’International Movement We Are Church (IMWAC), è impegnata, dalla sua nascita, ad offrire informazioni puntuali circa il meccanismo dell’otto per mille, ignorato dalla stragrande maggioranza delle persone, che preferisce affidarsi acriticamente al sentimento che lo spot è in grado di suscitare. In realtà solo il 35% dei contribuenti opera espressamente una scelta in favore della Chiesa Cattolica, ma il sistema di redistribuzione delle quote non espresse fa sì che, in ultima analisi, le spetti circa l’85% del gettito complessivo.
Ma forse non tutti sanno che” è l’insieme di iniziative che vedrà impegnato, in queste settimane,  il gruppo romano dell’associazione, nelle piazze della nostra città per incontrare, offrire informazioni, fornire risposte, chiarimenti e approfondimenti affinché ciascun contribuente possa operare una scelta consapevole.
Gli appuntamenti previsti sono:
–       Sabato 12 maggio 2012 in Largo Argentina (davanti alla libreria Feltrinelli), tra le 16 e le 18
–       Sabato 19 maggio 2012 a Piazza Campo de’ Fiori (sotto alla statua di Giordano Bruno) tra le 16 e le 18

Per informazioni rivolgersi a Segreteria Gruppo romano di Noi Siamo Chiesa:

Stefania Salomone: stefrissina@yahoo.it
Franz Paternò: franzpaterno@yahoo.it
Fabio Perroni: 1963roma@gmail.com

 

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In conseguenza degli Accordi di Palazzo Madama del 1984 che modificarono il Concordato fra Stato e Chiesa del 1929 è stata approvata la legge n. 222/85 che garantisce il finanziamento alla Chiesa cattolica attraverso il meccanismo dell’otto per mille. Ogni anno l’otto per mille dell’intero ammontare dell’Irpef (Imposta sulle persone fisiche) è sottratta al bilancio dello Stato e destinata alla Conferenza episcopale italiana e allo Stato.

Successivamente si sono aggiunte come possibili destinatarie altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato Intese previste nell’art. 8 della Costituzione: Unione Comunità Ebraiche Italiane; Chiesa luterana, Assemblee di Dio; Tavola valdo¬-metodista; Unione Chiese Cristiane Avventiste del Settimo giorno; Chiesa Evangelica Luterana in Italia.

E’ opinione diffusa che la stragrande maggioranza dei contribuenti scelga la Chiesa cattolica. Per favorire una scelta consapevole pensiamo sia utile chiarire come funziona il meccanismo dell’otto per mille e come spendono i finanziamenti ricevuti i diversi destinatari.

Come funziona il meccanismo dell’otto per mille

C’è un mito da sfatare sull’otto per mille: la convinzione che quasi nove contribuenti su dieci decidono di destinarlo alla Chiesa cattolica. In realtà lo scelgono appena 3,5 italiani su dieci, ma grazie al meccanismo di ripartizione dei fondi, la Chiesa cattolica ottiene l’85% dell’intero gettito: la procedura prevede infatti che tutti abbiano diritto a scegliere il destinatario dell’otto per mille dell’intero ammontare dell’Irpef (Imposta sulle persone fisiche) e che le quote di coloro che non esercitano questo diritto non facendo nessuna scelta vengano distribuite in misura proporzionale alle preferenze espresse dagli altri.

I dati più recenti informano che il 44% dei contribuenti ha espresso una scelta di destinazione dell’otto per mille. Le quote del 56% dei cittadini, che preferisce lasciare in bianco tutte e sette le caselle, vengono spartite proporzionalmente tra lo Stato e le varie confessioni religiose, in base alla percentuale di preferenza della minoranza dei contribuenti, che hanno invece messo la firma. E così la Chiesa cattolica – che nel 2011 (sempre sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2008) ha totalizzato l’85,01% delle preferenze espresse, corrispondenti però ad appena il 35% del totale – ha incassato non solo l’85% dell’otto per mille di chi ha scelto, ma anche l’85% dell’otto per mille di chi non ha fatto nessuna scelta, raddoppiando il suo incasso.


Come spende i soldi la Chiesa cattolica

Andando però ad analizzare nel dettaglio l’ultimo rendiconto dell’otto per mille comunicato dalla Cei alla fine dello scorso mese di maggio, si nota che il 21% degli oltre 1.100 milioni di euro incassati nel 2011 (sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2008) è stato impiegato per quelle azioni di solidarietà sociale elencate nella pubblicità; il 42% delle risorse è stato speso per il culto e la pastorale, il 32% per il sostentamento del clero e il 5% è stato messo da parte. In particolare, su un totale di 1.118 milioni di euro, alle «esigenze di culto e pastorale» vanno oltre 467 milioni (di cui 190 per l’edilizia di culto, 156 alle diocesi, quasi 60 ad esigenze di rilievo nazionale, 50 al fondo per la catechesi e l’educazione cristiana e 12 milioni ai tribunali ecclesiastici regionali); al «sostentamento del clero» quasi 361 milioni (ma gli stipendi mensili dei circa 39mila sacerdoti in servizio nelle diocesi italiane e dei 600 preti diocesani impegnati nelle missioni all’estero sono piuttosto modesti: poco più di 800 euro al mese ad “inizio carriera”, 1.000 euro per un parroco, 1.300 per un vescovo; va però aggiunto che ogni sacerdote può attingere ai cosiddetti ‘diritti di stola’, cioè le offerte per battesimi, matrimoni, funerali, ecc.); agli «interventi caritativi 235 milioni (di cui 105 alle diocesi «per la carità», 85 al Terzo mondo e 45 per «esigenze di rilievo nazionale»); 55 milioni di euro sono stati accantonati «a futura destinazione».

«Chiedilo a lui» è titolata la nuovissima pubblicità – sulla quarta copertina delle Pagine bianche distribuite gratuitamente porta a porta a tutte le famiglie italiane – della Conferenza episcopale italiana che invita i contribuenti a destinare alla Chiesa cattolica l’otto per mille dell’Irpef. «Sì, chiedilo a padre Gaetano, che ha passato una vita a difendere i più deboli nelle carceri minorili – prosegue il testo –. Chiedilo a sister Gracy, che in India salva dalla miseria e dallo sfruttamento tante bambine abbandonate. Oppure chiedilo a Lucia, che era sola al mondo con il suo bambino. Con l’otto per mille alla Chiesa cattolica continui a fare molto, per tanti».


L’otto per mille dello Stato

Se la Chiesa cattolica è di gran lunga il primo destinatario dell’otto per mille, al secondo posto, distanziato di moltissimo, c’è lo Stato, il quale nel 2011 ha incassato 145 milioni di euro che, secondo la legge, devono essere impiegati per «interventi per calamità naturali», «interventi per la fame del mondo», «interventi per l’assistenza ai rifugiati» e «interventi per la conservazione dei beni culturali»

Il decreto di ripartizione, informa la Presidenza del Consiglio in un comunicato del 2 gennaio 2012, «non è stato predisposto». Ma si aggiunge che «nessuno dei progetti presentati con scadenza 15 marzo 2011 è stato ammesso a contributo» (si trattava solitamente di centinaia di progetti per lo più presentati da enti ecclesiastici per il restauro e la ristrutturazione di immobili che rientravano nella categoria di «beni culturali» e, in parte minore, da organizzazioni di solidarietà per programmi di cooperazione e di assistenza: vedi per esempio il rendiconto del 2010 pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 22/10/2010 in http://www.lagazzettadeglientilocali.it/quotidiano/2010/231210/all_gu1.pdf).

Pertanto, precisa la Palazzo Chigi, 64 milioni di euro sono stati destinati «alla Protezione civile per le esigenze della flotta aerea antincendi» e «57 milioni sono stati destinati alle esigenze dell’edilizia carceraria e per il miglioramento delle condizioni di vita nelle prigioni». Mancano all’appello 24 milioni di euro, già spesi dal precedente governo guidato da Berlusconi, senza possibilità di sapere come: da Palazzo Chigi si limitano a dire genericamente che «durante il governo Berlusconi erano stati finanziati alcuni progetti», ma non specificano quali.


L’otto per mille delle altre confessioni religiose

Altre cinque confessioni religiose hanno firmato un’Intesa con lo Stato per accedere ai fondi dell’otto per mille. Tutte insieme raggiungono una cifra di circa 20 milioni di euro (ma in almeno tre casi su cinque – Comunità ebraiche, Chiesa luterana, Assemblee di Dio – la documentazione fornita è molto lacunosa).

Al primo posto ci sono le Chiese metodiste e valdesi che nel 2010 hanno incassato 10 milioni e 248mila euro, impiegati per lo più per progetti sociali sia in Italia che all’estero. Il rendiconto è assai dettagliato – a differenze di quelli della Chiesa cattolica e delle altre confessioni religiose – e risulta così ripartito: progetti in Italia 6 milioni e 656mila euro (anziani e sanità 1.713.800 euro; bambini e giovani 1.041.300 euro; cultura, pace e diritti umani 1.427.299 euro; occupazione, assistenza sociale 1.526.239 euro; rifugiati, migranti, nomadi 577.396 euro; terremotati Abruzzo 250.000 euro; fondo di emergenza 120.000 euro); ; progetti all’estero 3 milioni e 44mila euro (bambini e giovani 741.854 euro; sviluppo agricolo e attività produttive 531.445 euro; assistenza sociale 318.351 euro; anziani e sanità 785.341 euro; cultura, pace e diritti umani 252.399 euro; ambiente 124.822 euro; progetti heks-eper 290.000 euro); spese per pubblicità 513mila euro; spese per il personale 67mila euro; spese di gestione 78mila euro (vedi rendiconto completo: http://www.ottopermillevaldese.org/progetti/progetti04.php).

Al secondo posto c’è l’Unione delle Comunità ebraiche italiane che, nel 2005 (ultimo dato disponibile comunicato dall’Ucei), ha incassato quasi 3 milioni e 757mila euro: poco più di 2milioni e mezzo di euro sono stati utilizzati per attività educative e culturali, 750mila per attività di carattere sociale 450mila in pubblicità.
Segue la Chiesa evangelica luterana in Italia che nel 2010 ha incassato 2 milioni e 873mila euro, di cui quasi la metà, 1 milione e 274mila euro, è stato speso per l’evangelizzazione e un quarto (731mila euro) per i ministri di culto. A seguire le altre voci: 272mila euro per la missione all’estero, 252mila euro per opere sociali, 221mila per cultura e 143mila per spese di gestione e comunicazioni.

Molto dettagliato, invece, il rendiconto dell’Unione delle Chiese cristiane avventiste del settimo giorno, che nel 2010 ha incassato 1 milione e953mila euro, finanziando progetti sociali e culturali in Italia per 1 milione e 704mila euro e progetti umanitari all’estero per 76mila euro; 127mila euro sono stati spesi per la campagna informativa e 46mila euro destinati a spese di gestione (vedi rendiconto completo: http://www.ottopermilleavventisti.it/2011/downloads/progetti_2010.pdf)

Infine le Assemblee di Dio in Italia che «garantiscono che ogni centesimo di euro corrisposta dallo Stato ai sensi e per gli effetti della Legge 22 novembre 1988, n.517, sarà utilizzata unicamente per fini a carattere sociale e umanitario», ma non forniscono alcun tipo di rendicontazione, nemmeno generica. L’unico dato disponibile è quelle del 2004, quando hanno incassato un milione e 400mila euro.