Rimanere lucidi di A.Esposito
Alessandro Esposito
Come sono certo che stia accadendo a molti, in queste ore, confesso che avrei preferito non dover vergare queste righe: del resto, il momento richiede parole rade, come si addice al cordoglio. Già verrà il tempo dell’analisi politica: adesso è il momento del dolore. E ciò che più è difficile – ma anche più è necessario – nel dolore, è rimanere lucidi.
Stanno a dimostrarlo, ahimè, i commenti a caldo comparsi sul sito di Repubblica a pochi minuti dall’annuncio degli ingiustificabili attentati parigini: agghiaccianti. Il desiderio di vendetta che da essi trapela è a dir poco sconcertante, tanto quanto il gesto che essi intenderebbero condannare e del quale, invece, replicano, propagandola, la violenza.
Non meno inquietanti le dichiarazioni di esponenti di spicco della politica nostrana, che spronano all’intolleranza proprio quando più sarebbe necessaria la mitezza ed opportuna la riflessione.
La strategia dell’istigazione al conflitto di civiltà a sfondo religioso dovrebbe risultare evidente: eppure, in luogo di depotenziarla, la si alimenta, facendo, in tal modo, il gioco dei fondamentalisti, che puntano ad esacerbare la tensione e a fomentare il pregiudizio reciproco.
Questo, invece, è il momento in cui è ancor più necessario ribadire che l’islam è tutt’altra cosa rispetto alla contraffazione che continua a farne l’estremismo fanatico, il quale, non certo per caso, compie le sue stragi anzitutto in seno al mondo musulmano moderato. Buona parte della sfida consiste nel non cadere nella trappola tesa dall’integralismo, che persegue, nella sua mirata follia, l’obiettivo di ingenerare un odio che ha nell’ignoranza la sua radice più profonda ed inestirpabile.
L’islam non ha nulla a che spartire con questo fondamentalismo che ne tradisce l’anima e ne distorce i principî: ed è bene che a ribadirlo, prima di ogni altra, sia un’agenzia laica di informazione come è MicroMega. Perché essere laici significa anzitutto rimanere lucidi, specie quando le circostanze non soltanto lo richiedono, ma lo esigono. Questa è la responsabilità di cui siamo investiti quando la furia ch’è figlia del dolore acceca e conduce dritto verso una spirale da cui, una volta risucchiati, non è più possibile uscire.
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(Commento del pastore valdese Alessandro Esposito sugli attentati di venerdì 13 novembre a Parigi pubblicato anche su MicroMega e Riforma)
Scusandomi per il precedente errore di trascrizione, ripubblico il mio commento.
Sono perfettamente d’accordo, è meglio stendere un velo pietoso sui “sacri valori dell’Occidente”, dove attualmente di sacro c’è praticamente solo l’adorazione del “dio denaro”. La necessità di rimanere lucidi, nonostante l’orrore e il dolore provocati dalle stragi di Parigi (e questo lo scrive un vero innamorato della Francia, non come la moltitudine dei “pseudo je suis Paris” dell’ultima ora, uno che, grazie a Dio, a scuola ha studiato francese per otto anni invece dell’”imperante inglese”, per il quale l’esistenzialismo di Sartre e Camus è stato fondamentale negli anni della giovinezza, per non scrivere poi dell’illuminismo e della canzone e del cinema francesi), ci dovrebbe portare, come Occidente a un profonda presa di coscienza di tutti i nostri tragici errori, di cui sono pure vittime i ragazzi di Parigi, ed a una profonda conversione dei nostri cuori ammalati di razzismo, stupidità (la stessa stupidità denunciata da Bonhoeffer in una memorabile pagina di RESISTENZA E RESA), indifferenza ed ignoranza che permettono a certi personaggi, politici e giornalisti, di riempire i massmedia di menzogne e scempiaggini come non mai in occasioni come questa. Mi dà per esempio il voltastomaco sentire con quale indifferente superficialità si parla dei bombardamenti in atto ad opera della Russia e della Francia, sulla loro assoluta necessità, quando invece si dovrebbe sapere da una pluridecennale esperienza che parte dai bombardamenti alleati sull’Italia, sulla Germania e sul Giappone durante la seconda guerra mondiale, passa attraveso quelli sul Vietnam, Laos e Cambogia, per arrivare a quelli delle due guerre del Golfo e sull’Afghanistan, senza dimenticare quelli israeliani su Gaza, che le principali vittime di questi “atti terroristici in grande stile” (è ora di chiamarli finalmente con il loro vero nome, e non con quello di rappresaglie o perdite collaterali) sono soprattutto i civili, donne e bambini compresi…Tra l’altro la Russia di Putin non vedeva l’ora di fare, come già fatto in abbondanza dagli USA in questi decenni, una guerra lontano (relativamente) dai suoi confini, per mostrare al mondo tutta la sua ritrovata grande potenza e per sperimentare i suoi nuovi bombardieri e sistemi d’arma, cosa che non può permettersi di fare in Ucraina, mentre lo può fare senza alcun problema in Siria, perché tanto gli arabi, come tutti gli altri popoli della Terra, rispetto a noi occidentali ed ai russi, in questo caso, rappresentano una razza inferiore che può tranquillamente perire a centinaia sotto le bombe…Gli unici a dire delle cose vere e sensate nei programmi televisivi da me personalmente visti sono stati Gino Strada e Maurizio Crozza, i quali però, a loro volta, non si sono spinti nella loro denuncia fino a chiamare in causa lo stato di Israele, che vede il suo attuale premier, “l’Erode moderno Benjamin Netanyahu”, approfittare spregevolmente delle stragi di Parigi per paragonarle agli attacchi palestinesi, che se sono comunque sempre da condannare come atti di violenza, sono fatti, a differenza delle prime, da un popolo esasperato da una pluridecennale oppressione…Israele ha quindi gravissime responsabilità nell’attuale destabilizzazione del Medio Oriente (unite a quelle degli USA soprattutto, ma alla fine anche nostre, dato che l’Italia in Europa è il maggiore fornitore di armi leggere e di sistemi d’arma dello stato sionista, ed inoltre abbiamo sostenuto tutte le guerre americane), che non sono denunciate soprattutto per via di questo odioso “ricatto dell’Olocausto”, di questa congiura del silenzio, che permette a Israele di continuare nella sua pulizia etnica nei confronti dei palestinesi, nell’indifferenza dell’Occidente, a parte l’Islanda (!!!), con l’appoggio della maggior parte dei nostri massmedia, si vedano ad es. i recenti vergognosi articoli sul Corriere della Sera e su Sette di Pierluigi Battista e di Aldo Grasso, che trattando della questione palestinese dimostrano un’ignoranza ed una faziosità razzistica indegne per dei giornalisti del più importante quotidiano nazionale che d’altronde persegue una linea tutta proOccidente ed Israele che prevede per forza di cose una disinformazione di massa; anche per ovviare a quest’ultima si consiglia la lettura di questi due libri, che mi trovano sostanzialmente d’accordo, PERCHE’ CI ODIANO di Paolo Barnard della BUR, pubblicato nel 2006, di cui, naturalmente quasi nessuno ha sentito parlare, a proposito della tanto decantata democrazia occidentale che ne ha fatto il libro più censurato di questi decenni, mentre sarebbe stato IL LIBRO PIU’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO, PERCHE’, COME SCRIVE L’AUTORE NELLA PREFAZIONE E COME, PURTROPPO, ANCHE I TRAGICI FATTI DI PARIGI DIMOSTRANO, LE MENZOGNE UCCIDONO…L’altro libro è TERRORISMO OCCIDENTALE di Noam Chomsky – Ponte alle Grazie, di cui riportiamo la presentazione:
L’Occidente si proclama campione della libertà e dichiara improbabili «guerre al terrorismo», ma è in verità il più grande artefice del terrore globale. Ciechi, o accecati dalla propaganda, i cittadini europei e nordamericani sembrano ignorare completamente l’azione dei loro governi e delle loro multinazionali. Eppure, è sotto gli occhi di tutti: dai tempi del colonialismo le potenze occidentali si adoperano costantemente per destabilizzare il resto del mondo, provocando genocidi, disastri ecologici, esodi di massa di intere popolazioni. In un dialogo appassionato e appassionante, Noam Chomsky e Andre Vltchek, osservatori acuti e partecipi di ciò che accade in ogni angolo del globo, affrontano senza pregiudizi i peggiori crimini compiuti dall’Occidente dal secondo dopoguerra a oggi. Muovendosi nelle diverse aree geopolitiche, dall’Europa orientale al Sudest asiatico all’Africa al Medio Oriente al Sudamerica, il grande studioso e il giornalista d’inchiesta svelano gli interessi dell’imperialismo europeo e nordamericano che sempre si celano dietro a guerre, massacri, miseria. Ma se entrambi hanno dedicato la vita alla lotta, scontrandosi continuamente con la censura dei paesi «liberi», è perché sanno anche cogliere, nello scenario desolante del mondo governato dall’Occidente, motivi di rinnovamento e di speranza in un mondo finalmente libero dal terrore e dalle sue cause.
GLI AUTORI
Noam Chomsky
André Vltchek
RESISTENZA E RESA), indifferenza ed ignoranza, che Sono perfettamente d’accordo, è meglio stendere un velo pietoso sui “sacri valori dell’Occidente”, dove attualmente di sacro c’è solo l’adorazione del “dio denaro”. La necessità di rimanere lucidi, nonostante l’orrore e il dolore provocati dalle stragi di Parigi (e questo lo scrive un vero innamorato della Francia, non come la moltitudine dei “pseudo je suis Paris” dell’ultima ora, uno che, grazie a Dio, a scuola ha studiato francese per otto anni invece dell'”imperante inglese”, per il quale l’esistenzialismo di Sartre e Camus è stato fondamentale negli anni della giovinezza, per non scrivere poi dell’illuminismo e della canzone e del cinema francesi), ci dovrebbe portare, come Occidente a un profonda presa di coscienza di tutti i nostri tragici errori, di cui sono pure vittime i ragazzi di Parigi, ed a una profonda conversione dei nostri cuori ammalati di razzismo, stupidità (la stessa stupidità denunciata da Bonhoeffer in una memorabile pagina dipermettono a certi personaggi, politici e giornalisti, di riempire massmedia e radio di menzogne e scempiaggini come non mai in occasioni come questa. Mi dà per esempio il voltastomaco sentire con quale indifferente superficialità si parla dei bombardamenti in atto ad opera della Russia e della Francia, sulla loro assoluta necessità, quando invece si dovrebbe sapere da una pluridecennale esperienza che parte dai bombardamenti alleati sull’Italia, sulla Germania e sul Giappone durante la seconda guerra mondiale, passa attraveso quelli sul Vietnam, Laos e Cambogia, per arrivare a quelli delle due guerre del Golfo e sull’Afghanistan, senza dimenticare quelli israeliani su Gaza, che le principali vittime di questi “atti terroristici in grande stile” (è ora di chiamarli finalmente con il loro vero nome, e non con quello di rappresaglie o perdite collaterali) sono soprattutto i civili, donne e bambini compresi…Tra l’altro la Russia di Putin non vedeva l’ora di fare, come già fatto in abbondanza dagli USA in questi decenni, una guerra lontano (relativamente) dai suoi confini, per mostrare al mondo tutta la sua ritrovata grande potenza e per sperimentare i suoi nuovi bombardieri e sistemi d’arma, cosa che non può permettersi di fare in Ucraina, mentre lo può fare senza alcun problema in Siria, perché tanto gli arabi, come tutti gli altri popoli della Terra, rispetto a noi occidentali ed ai russi, in questo caso, rappresentano una razza inferiore che può tranquillamente perire a centinaia sotto le bombe…Gli unici a dire delle cose vere e sensate nei programmi televisivi da me personalmente visti sono stati Gino Strada e Maurizio Crozza, i quali però, a loro volta, non si sono spinti nella loro denuncia fino a chiamare in causa lo stato di Israele, che vede il suo attuale premier, “l’Erode moderno Benjamin Netanyahu”, approfittare spregevolmente delle stragi di Parigi per paragonarle agli attacchi palestinesi, che se sono comunque sempre da condannare come atti di violenza, sono fatti, a differenza delle prime, da un popolo esasperato da una pluridecennale oppressione…Israele ha quindi gravissime responsabilità nell’attuale destabilizzazione del Medio Oriente (unite a quelle degli USA soprattutto, ma alla fine anche nostre, dato che l’Italia in Europa è il maggiore fornitore di armi leggere e di sistemi d’arma dello stato sionista, ed inoltre abbiamo sostenuto tutte le guerre americane), che non sono denunciate soprattutto per via di questo odioso “ricatto dell’Olocausto”, di questa congiura del silenzio, che permette a Israele di continuare nella sua pulizia etnica nei confronti dei palestinesi, nell’indifferenza dll’Occidente, a parte l’Islanda (!!!), con l’appoggio della maggior parte dei nostri massmedia, si vedano ad es. i recenti vergognosi articoli sul Corriere della Sera e su Sette di Pierluigi Battista e di Aldo Grasso, che trattando della questione palestinese dimostrano un’ignoranza ed una faziosità razzistica indegne per dei giornalisti del più importante quotidiano nazionale che d’altronde persegue una linea tutta proOccidente ed Israele che prevede per forza di cose una disinformazione di massa; anche per ovviare a quest’ultima si consiglia la lettura di questi due libri, che mi trovano sostanzialmente d’accordo, PERCHE’ CI ODIANO di Paolo Barnard della BUR, pubblicato nel 2006, di cui, naturalmente quasi nessuno ha sentito parlare, a proposito della tanto decantata democrazia occidentale che ne ha fatto il libro più censurato di questi decenni, mentre sarebbe stato IL LIBRO PIU’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO, PERCHE’, COME SCRIVE L’AUTORE NELLA PREFAZIONE E COME, PURTROPPO, ANCHE I TRAGICI FATTI DI PARIGI DIMOSTRANO, LE MENZOGNE UCCIDONO…L’altro libro è TERRORISMO OCCIDENTALE di Noam Chomsky – Ponte alle Grazie, di cui riportiamo la presentazione:
L’Occidente si proclama campione della libertà e dichiara improbabili «guerre al terrorismo», ma è in verità il più grande artefice del terrore globale. Ciechi, o accecati dalla propaganda, i cittadini europei e nordamericani sembrano ignorare completamente l’azione dei loro governi e delle loro multinazionali. Eppure, è sotto gli occhi di tutti: dai tempi del colonialismo le potenze occidentali si adoperano costantemente per destabilizzare il resto del mondo, provocando genocidi, disastri ecologici, esodi di massa di intere popolazioni. In un dialogo appassionato e appassionante, Noam Chomsky e Andre Vltchek, osservatori acuti e partecipi di ciò che accade in ogni angolo del globo, affrontano senza pregiudizi i peggiori crimini compiuti dall’Occidente dal secondo dopoguerra a oggi. Muovendosi nelle diverse aree geopolitiche, dall’Europa orientale al Sudest asiatico all’Africa al Medio Oriente al Sudamerica, il grande studioso e il giornalista d’inchiesta svelano gli interessi dell’imperialismo europeo e nordamericano che sempre si celano dietro a guerre, massacri, miseria. Ma se entrambi hanno dedicato la vita alla lotta, scontrandosi continuamente con la censura dei paesi «liberi», è perché sanno anche cogliere, nello scenario desolante del mondo governato dall’Occidente, motivi di rinnovamento e di speranza in un mondo finalmente libero dal terrore e dalle sue cause.
GLI AUTORI
Noam Chomsky
André Vltchek
L’unico collante dell’Occidente
Igor Giussani
http://www.decrescita.com
Per un attimo, ammetto di essere stato colto anch’io dal raptus di ‘dover dire qualcosa’ sui gravissimi fatti di Parigi, ma per fortuna sono rinsavito. Che bisogno c’è di ‘dire qualcosa’? Quali informazioni aggiuntive sull’episodio potrei offrire, a parte dietrologie più o meno sensate? E sarebbe tanto sorprendente sapere che condanno senza mezzi termini questi vili attentati invitando allo stesso tempo a non scadere nel qualunquismo e nelle semplificazioni mediatiche? Non credo proprio, quindi risparmio l’inutile buon senso.
Sento piuttosto la necessità di comunicare una sensazione che, passeggiando per strada e solcando i sentieri digitali del Web, trova sempre più conferme. Il mondo occidentale, da almeno una trentina d’anni a questa parte, sembra ricompattarsi solo al momento di piangere i ‘suoi’ morti, per poi tornare nello smarrimento generale. Chiusa per sempre l’epopea post-bellica del progresso per tutti, con il dibattito politico egemonizzato dalle diverse varianti dal pensiero unico e una società il cui unico scopo dovrebbe essere di esultare per qualche variazione decimale del PIL e del tasso di disoccupazione, l’unico orizzonte comune rimasto all’Occidente è rappresentato dalle commemorazioni delle vittime degli attentati, con o senza incitamenti all’odio e invocazioni ai distinguo del caso. Una civiltà unita dallo slogan dell’”attacco ai nostri valori”, in cui però riscopriamo improvvisamente di credere solo quando qualcuno ammazza in nome dell’Islam o di qualcosa che ci suona particolarmente esotico.
Purtroppo, se partiamo dall’assunto che i valori che contraddistinguono l’Occidente siano libertà, democrazia e uguaglianza, l’operato dei terroristi è del tutto superfluo, perché ci ha pensato l’Occidente stesso a incrinarli. A partire da una libertà egemonizzata dalle pretese del mercato, passando per una democrazia stagnante e apatica che si pretenderebbe di rianimare con riforme di tendenza accentratrice e autoritaria, finendo con una diseguaglianza che ha raggiunto livelli esorbitanti. L’Unione Europea – con il suo verticismo tecnocratico, il suo dogmatismo economico e la totale mancanza di solidarietà tra i popoli che la compongono – è la caricatura vivente di secolari ideali dell’Occidente. Insomma, l’ISIS è impareggiabile nel tagliare gole o creare panico dal nulla, ma c’è chi già da tempo ha contribuito a far montare la disillusione, e c’entra davvero poco con l’Islam o qualsiasi organizzazione criminale.
La ‘difesa dei nostri valori’, il collante che tiene unito l’Occidente, di cui ci riempiamo tanto la bocca nel dolore, alla fine si riduce alla richiesta di un’esistenza tranquilla dove non si debba rischiare di essere uccisi brutalmente da fanatici, persino durante attività ricreative come cenare a un ristorante, assistere a una partita di calcio o a un concerto rock. Un diritto sicuramente sacrosanto ma che, forse vale la pena di ricordarlo, di per sé non rappresenta un progetto politico. Elevare tali aspirazioni piccolo-borghesi a pilastro fondante di una civiltà significa condannarsi, nella migliore delle ipotesi, a subire un potere paternalista nel nome della sicurezza, capace magari di invitare la popolazione a tornare a far shopping all’indomani del più devastante attacco subito sul suo territorio, ad esempio. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con gli ideali, è solamente l’apologia di uno stile di vita elevata a ragion di stato.
Se davvero volessimo ripartire dai ‘nostri’ valori,non potremmo ignorare almeno due spunti. Il primo è che il progetto politico della modernità, che ebbe origine proprio due secoli e mezzo fa in Francia, era libertà-uguaglianza-fraternità. Posso essere fazioso, tuttavia mi sembra un programma di cui non sento più parlare da tempo in Occidente. Il secondo invece deriva dalla riflessione di Cornelius Castoriadis, secondo cui ciò che differenza l’Occidente dal resto delle culture sarebbe la capacità di criticare costruttivamente le proprie istituzioni, prescindendo dalla tradizione e da altri conservatorismi. Sarò ugualmente prevenuto, ma dalle cerimonie di cordoglio ufficiale non percepisco nulla del genere, ma solo continui slogan all’insegna del “restiamo uniti/non ci sconfiggeranno/vinceremo noi”, cioé un armamentario retorico a cui, mutatis mutandis, anche il famigerato califfo ricorrerà per spronare i suoi adepti.
Forse la risposta migliore al terrorismo – o a noi stessi? – sarebbe di fare mente locale su queste considerazioni. Per poi tornare ancora felicemente a cenare nei ristoranti, assistere a una partita di calcio o a un concerto rock, ma senza farne una ragione di vita o un baluardo di civiltà.
Grazie, pastore Esposito, per la profonda ed opportuna riflessione sulla tragedia che ci ha coinvolti ma che non deve travolgere la nostra umanità.
“Non per odiare ma per amare io sono nata” (Sofocle, Antigone)
“E’ stato detto….ma io vi dico: amate i vostri nemici……”
Da qui, la necessità di una “lucida” responsabilità, per fronteggiare il male, sul piano politico-sociale-culturale, senza ipocrisie, cercando di guardare la verità sino in fondo:ne saremo capaci?