Lgbt e Laudato si’: sulla confusione dei generi il papa è confuso di L.Eugenio
Questo paragrafo dell’enciclica diffusa il 18 giugno scorso è stato tendenzialmente oscurato, nelle analisi che ne sono state fatte, da altri temi, ma non è sfuggito ad alcuni osservatori, soprattutto a coloro che sono impegnati nell’ambito del sostegno dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender, i quali lo hanno interpretato come «un continuo attacco del papa alla “teoria del genere”», come scrive Francis DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, l’organismo cattolico più noto negli Usa per la difesa dei diritti Lgbt, fondato da suor Jeannine Gramick.
In effetti, se questa è la percezione che molti media ricavano dal testo, fino a titolare “Il papa condanna la riassegnazione di genere” (Buzzfeed), oppure “Il ‘papa della gente’ critica la comunità transgender” (Passport Magazine), secondo DeBernardo l’interpretazione più corretta delle parole del papa è che le differenze di genere contano: «Penso che qui papa Francesco non si stia riferendo alla transizione da un genere all’altro, ma che stia esprimendo la sua obiezione alla confusione di generi o all’eliminazione dell’idea di genere».
Ciò detto, continua, «se il papa fa riferimento indiretto alle persone transgender nelle sue osservazioni sull'”apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità”, penso che debba formarsi sulla natura dell’esperienza transgender». Già, perché le persone transgender «apprezzano la loro mascolinità o femminilità, spesso a tal punto da intraprendere passi coraggiosi per vivere pienamente secondo il genere che sentono loro proprio. Le persone transgender sanno che il genere è molto più di una realtà fisica che riguarda il loro corpo, ma è, più spesso, un senso interiore di sé. Per molte di esse, è solo quando imparano a rispettare quella che hanno capito essere la loro vera identità di genere che sono capaci di avere davvero “l’incontro con l’altro diverso da sé”».
Peraltro, sottolinea il direttore di New Ways, a far comprendere quale sia la giusta interpretazione delle parole di Francesco è il debole collegamento tra quella frase e le due precedenti riguardo al «potere sulla creazione» e all’«imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati»: qui il riferimento sembra essere alla contraccezione e all’aborto. In ogni caso, afferma DeBernardo, il fatto che il papa «includa questo riferimento al genere in un’enciclica sull’ambiente riflette la sua scarsa formazione, mette in cattiva luce la sua conoscenza e la sua consapevolezza di questo importante tema che riguarda la coscienza di sé e le relazioni umane». Insomma: il papa «deve cominciare a scrivere in modo più chiaro e diretto, meno ellittico, in modo che la gente possa essere più certa di sapere qual è in realtà la sua posizione».
Francesco, sul tema Lgbt, si sta effettivamente muovendo sul filo del rasoio. Se da una parte, lo scorso gennaio, ha incontrato un cattolico spagnolo che aveva cambiato sesso, dall’altra ha più volte pronunciato parole molto pesanti sulla questione: come, lo scorso febbraio, in un’intervista rilasciata ai vaticanisti Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi (pubblicata nel libro Papa Francesco: questa economia uccide), nella quale ha affermato che ogni epoca ha il suo “Erode” che «Distrugge, che trama disegni di morte, che sfigura l’aspetto di un uomo e di una donna, distrugge la creazione. (…) Pensiamo alle armi atomiche, alla possibilità di annientare in pochi istanti un numero molto alto di esseri umani. Pensiamo anche alle manipolazioni genetiche, alla manipolazione della vita o alla teoria gender, che non riconoscono l’ordine del creato».