Profughi 1938
L’annessione dell’Austria al Reich tedesco (12 marzo 1938) e il Patto di Monaco (30 settembre) con lo smembramento della Cecoslovacchia, avevano convinto Hitler e i gerarchi nazisti dell’impotenza a reagire di Francia e Inghilterra, che avevano isolato l’URSS, e quindi della loro impunità. Decidono pertanto di stringere ancora di più la morsa contro gli ebrei tedeschi, ai quali si erano aggiunti i duecentomila di Vienna e quelli di Praga, per arrivare alla loro totale cacciata. L’occasione immediata viene offerta, il 7novembre, dall’uccisione a Parigi, da parte di un giovane ebreo polacco, di un consigliere dell’ambasciata tedesca, Von Rath, per protestare contro l’espulsione degli ebrei polacchi dal Reich.
Nella notte tra il 9 e il 10 novembre si scatena in tutta la Germania un’ondata di violenza antisemita organizzata dai nazisti, conosciuta come la “Notte dei cristalli”; migliaia di negozi e di studi professionali di ebrei vennero distrutti, assieme alle sinagoghe; numerosi ebrei furono picchiati e decine gli uccisi. Cominciò un’opera sistematica di spogliazione di tutti i beni degli ebrei, dopo di che, ridotti a profughi privi di tutto, si permetteva loro di lasciare il Reich, muniti di un passaporto in cui era ben evidenziata la loro appartenenza alla “razza ebraica”.
L’affluenza di migliaia di ebrei tedeschi profughi, privi di tutto, scatena in gran parte dei Paesi europei, ed extra, un sentimento di diffidenza e di ripulsa, specialmente nei Paesi dell’Europa Centro-Orientale, dove già allignava un atavico antisemitismo.
Il “Gazzettino”, storico quotidiano di Venezia, pubblica quotidianamente notizie sul dilagare dell’odio antisemita, quasi un bollettino di guerra, ostentando un’evidente compiacimento:
10 novembre: “Von Rath è morto – La Germania non lascerà impunito il misfatto del vile sicario giudeo”.
11 novembre: “Manifestazioni di sdegno in Germania per il delitto giudaico di Parigi – Sinagoghe e negozi ebrei devastati – Un proclama di Goebbels: < < Occhio per occhio, dente per dente >>”.
13 novembre: “Dopo l’assassinio di Von Rath – Un’ammenda di un miliardo di marchi imposta dal Governo agli ebrei tedeschi – Altri radicali provvedimenti: divieto di esercitare il commercio e l’artigianato – Licenziamento dalle aziende – Esclusione dai pubblici ritrovi”.
15 novembre: “Le leggi razziali in Germania – Esclusione degli ebrei dalle scuole – La partecipazione italiana ai funerali di Von Rath”.
16 novembre: “La questione dei giudei nel Reich – Bisogna venga il giorno in cui non esisterà in Germania un solo israelita – I preparativi per le onoranze alla salma di Von Rath – 520 ebrei viennesi diretti in Liberia – L’ambasciatore americano a Berlino chiamato a Washington per riferire – I giudei tedeschi in Bulgaria dovranno lasciare il paese – Il Sud Africa contro gli ebrei – Gli arabi combattono la giudaizzazione del vicino Oriente – Diffida Argentina agli ebrei”.
21 novembre: L’epurazione della stampa magiara- 45 giornali ebrei soppressi in Ungheria”.
“Giudei in terra di nessuno: Budapest, guardie confinarie slovacche hanno scortato presso la frontiera ungherese 300 ebrei ungheresi, privi di documenti. Data l’impossibilità di verificare i documenti, il governo ungherese non li ha riconosciuti come propri sudditi. Ne ha vietato l’entrata in territorio ungherese. […] Guardie di frontiera ungherese hanno cacciato 220 ebrei in territorio slovacco. Guardie di frontiera slovacche ne hanno vietato l’entrata. I due gruppi pertanto, sprovvisti di tutto, si trovano ora in < < territorio di nessuno >>, al confine tra i due paesi, in attesa di provvedimenti”.
“Un’organizzazione segreta per l’immigrazione in Gran Bretagna”.
24 novembre: “La soluzione radicale del problema giudaico richiesta dalla Romania – Romania, sinagoghe e magazzini bruciati”.
22 dicembre: “La Polonia vuole liberarsi di quattro milioni di ebrei – Una nota ufficiosa di Varsavia”.
24 dicembre: “Le leggi razziali in Ungheria: La nuova legge fissa, anzitutto, i criteri di razza. Viene considerato ebreo colui che non sia nato cristiano, i cui genitori non siano entrambi cristiani all’atto della nascita, e del quale, inoltre, non siano stati cristiani almeno tre dei quattro avoli (due per parte paterna e due per parte materna). I genitori di coloro che sono nati quest’anno debbono essere stati cristiani prima del 1938; quindi, se un genitore si è convertito dopo questa data, il figlio nato quest’anno rimane ebreo”.
A controllare che qualche ebreo ungherese non tenti di convertirsi al cattolicesimo per sfuggire alle leggi razziali ci pensa la Chiesa, come ci informa il settimanale della diocesi di Treviso, “La Vita del Popolo” (8-1-1939):
“Il Cardinale Giustiano Seredi, primate di Ungheria, ha diretto una lettera al clero per ordinare d’ora in avanti qualunque battesimo di ebrei dovesse essere preceduto da un periodo di prova e di catecuminato di almeno tre mesi. La lettera soggiunge che in questi ultimi tempi gli ebrei hanno chiesto in massa il battesimo; ma lo fanno non per ottenere la felicità celeste ma quella terrestre”.
(Testo tratto da: Luigi Urettini, “Antigiudaismo cattolico e antisemitismo fascista”, in AA. VV., “La colpa di essere nati”- “Atti del Convegno “La colpa di essere nati. Marta Minerbi e Alessandro Ottolenghi, ebrei cittadini trevigiani, durante il periodo delle leggi razziali in Italia – Mogliano Veneto 21 gennaio 2010, a cura di Ernesto Perillo, ISTRESCO (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca Trevigiana), Treviso 2011)