Perché Bergoglio non è un progressista
James Bloodworth
NewStatesman traduzione di Flavia Vendittelli (www.cronachelaiche.it)
Proprio come alcuni atei e agnostici desiderano credere in Dio, molti sono più che disposti a vedere il lato migliore del devoto, come dimostra la bizzarra discussione sul presunto “marxismo” del papa. Anche se loro per primi non credono una parola delle scritture, molti liberali vogliono vedere alcune delle loro politiche riflesse nell’approccio della Chiesa cattolica – da qui i continui riferimenti al papa “progressista” e alla sopravvalutata idea della “teologia della liberazione”.
È probabile che le politiche reazionarie del nuovo papa vengano minimizzate dai cattolici liberali a favore delle sue riflessioni su giustizia sociale e capitalismo globale. Ciò che è così deprimente è la misura in cui i non credenti liberali sono caduti con tutte le scarpe in quello che in realtà non è niente di più che un’attenta operazione di facciata.
Dico questo perché, tranne qualche riflessione centrista sulla disuguaglianza, la Chiesa cattolica – che papa Francesco comanda e quindi ha il potere di cambiare – segue più o meno lo stesso indirizzo politico che seguiva sotto la guida di papa Benedetto. La posizione di papa Francesco su molte questioni dovrebbe far venire i capelli dritti a qualunque liberale. Invece, leggiamo articoli e articoli sdolcinati scritti da persone che dovrebbero aver imparato la lezione.
«Francesco potrebbe sostituire Obama come pin-up su ogni muro liberale e di sinistra», blaterava Jonathan Freedland sul Guardian il mese scorso, mentre Time magazine ha conferito a papa Francesco l’onore di “persona dell’anno”. Commentando la decisione della rivista, la redattrice Nancy Gibbs ha detto che il pontefice aveva «fatto qualcosa di straordinario: non ha cambiato le parole, ma ha cambiato la musica». «Questa attenzione alla compassione, unita ad una generale aura di allegria non sempre associata ai principi della chiesa, ha reso Francesco simile a una rock star», ha aggiunto.
Time notoriamente ha conferito il suo titolo a papa Francesco non sulla base dei meriti della persona in questione (sia Hitler che Stalin hanno vinto il riconoscimento), ma sulla base di chi ha catturato l’immaginario collettivo (prevalentemente negli Usa) durante l’anno. E papa Francesco ha fatto proprio questo, soprattutto perché i non credenti liberali sono stati così pronti ad elevarlo allo status di pin-up progressista.
Parte del materiale contenuto nel primo documento dottrinale di papa Francesco è giustamente musica per le orecchie della sinistra. Quando pone al suo gregge domande retoriche come «Come è possibile che una persona anziana che muore per strada non faccia notizia ma che due punti persi in borsa facciano notizia?», indubbiamente ha le idee chiare. Ma come spesso accade, la ricerca di un eroe porta le persone a mettere a tacere il proprio spirito critico e a ignorare verità scomode che non si adattano alla loro visione del mondo. Altrimenti come può il papa uscire dal 2013 come un’icona “progressista” e allo stesso tempo avere una visione sulle donne e sull’aborto che fa sembrare Jeremy Clarkson un socialista radicale?
È possibile, naturalmente, che semplicemente siamo più propensi a concedere il beneficio del dubbio alle figure religiose rispetto a quelle secolari. Ma la popolarità del papa tra i giusti ha certamente a che vedere con il fatto che le donne e i gay sono ancora visti come marginali nella lotta per una società migliore. Il nuovo papa non ha fatto nulla per cambiare l’atteggiamento bigotto della Chiesa sull’omosessualità. Ha definito il matrimonio gay come “relativismo morale”. Probabilmente ritiene che gli uomini che giacciono con altri uomini andranno all’inferno. Lui vede il sacerdozio solo al maschile e il veto della Chiesa sull’aborto come non negoziabili. Questo lo metterebbe alla destra dello UKIP (Partito per l’indipendenza del Regno Unito) anche se avesse chiesto la nazionalizzazione del FTSE 100 (indice di azionariato delle 100 società più capitalizzate alla London Stock Exchange, ndt), cosa che non fa.
Papa Benedetto è stato un disastro per l’immagine della Chiesa. Eppure sotto Francesco nella sostanza non è cambiato quasi nulla. La Chiesa cattolica continua a discriminare con veemenza le persone gay e le donne, ha semplicemente addolcito il suo messaggio con citazioni alla moda sulla diseguaglianza. E purtroppo questo ha funzionato. Molti ex progressisti si sono messi in riga più velocemente di Danny Alexander a una riunione di gabinetto (politico britannico del partito liberal-democratico, ndt).
Noi dovremmo, però, respingere l’idea che qualcuno che può rettificare la posizione della Chiesa sul sesso gay, e ha scelto di non farlo, sia una figura degna di ammirazione. Né, se non permette alle donne di diventare sacerdoti, c’è motivo di ritenere che il Papa abbia qualcosa di importante da dire sulla povertà. Perché sprecare tempo prezioso a preoccuparsi di ciò che pensa una persona simile?
Tralasciando il fatto che siamo più propensi a concedere il beneficio del dubbio alle figure religiose rispetto a quelle secolari, la deferenza verso papa Francesco dimostra qualcosa di profondamente deprimente: nella lotta per un mondo migliore, i diritti delle donne e delle persone Lgbt non vengono ancora presi sul serio.
Sono certa che morite dalla voglia di sapere cosa ne pensa la casalinga di Voghera.
Va bene , non ve ne importa niente però siccome siamo in quaresima bisogna che facciate un po’ di penitenza e ve lo dico lo stesso cosa penso, anche se andrò in ordine sparso. Intanto, ci interessa sapere se il Papa e progressista, quanto è progressista e come si misura il suo essere progressista? Mi pare di no.
Sono interessanti invece le cose che dice l’articolista in relazione alla posizione del papa i tema di orientamento gay e di donne. In effetti cosa ha detto Francesco inizialmente? “Ah io non ho niente da dire a uno che è gay” Questa espressione ognuno se l’è interpretata come ha voluto. In realtà Francesco ha detto un bel niente e quel niente forse è già una cosa positiva. Cosa ha detto Francesco sulla donna? Ahahahahah . Non è stato neppure originale perchè ha fatto che dire che le donne stanno in alto, altrove e…. il sacerdozio non le tocca. Ahahahahaha. Noi che siamo un uditorio europeo scafato abbiamo capito l’antifona che non è niente di diverso dalla solita minestra dottrinale riscaldata. Cmq le donne a questo ci sono avvezze e siamo ora sante, ora angeli del focolare, ora meglio degli uomini in questo e in quello sempre quando non dobbiamo avere accesso a questo e a quello. Quando siamo nel nostro siamo “figlie di eva”, tentatrici, zoccolone , depositarie di tutti i mali e di tutte le perversioni umane. Francesco da questo non esce ma Francesco è uno come altri e non bisogna avere pretese. Meno che meno in argomento aborto. Bisogna essere ben strani per chiedere che un Papa si lanci in una campagna pro aborto quando l’aborto è vissuto male anche dalle donne e obiettivamente non è un bene. Capirei meglio se si cercasse di capire la posizione di Francesco sulla contraccezione perchè una cosa assurda e fuori dal tempo è invece il no all’aborto insieme al no alla contraccezione. Sui gay ha detto niente e questo è già qualcosa. Sostanzialmente su queste cose concordo con l’articolista. Ci sono, tuttavia, anche altre cose da considerare e che forse non sono solo di facciata. Mi sembra che intanto sia già qualcosa che assuma un linguaggio semplice positivo non inquisitorio, che parli alla gente considerando le situazioni come problemi aperti, piuttosto che come colpe o come peccati. Anche sullo IOR… insomma,sta cmq compiendo passi che avvicinano piuttosto che respingere
Io però parto dall’idea che ci interessiamo troppo a papi , cardinali, gerarchie. A noi cosa ce ne importa in fondo? Noi siamo cristiani? Allora facciamole noi le prassi diverse. Abbiamo bisogno del cerimoniale per spezzare il pane in famiglia, con i colleghi di lavoro in mensa? Abbiamo bisogno che siano i preti a “confessare” i nostri figli? Ma ascoltiamoli noi i loro problemi e non mandiamoli da nessuna parte a “confessarsi”… Insomma ragà, già è pesante la vita del papa, se ci aspettiamo troppe cose da lui è perchè facciamo poco noi. E allora facciamo noi….con la libertà dei cristiani che non viene dal papa…
Premesso che rifiuto le catagorizzazioni (le “etichette”) e, peggio, le generalizzazioni, vorrei chiedere all’autore dell’articolo se, a suo avviso, le posizioni in merito ai gays o all’aborto, siano “il” criterio, l’unico criterio per l’attribuzione dell’etchetta di “progressista”. Grazie!