DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI – articoli e commenti
Giovanni Avena – Ratzinger scende dalla barca di Pietro
Paolo Flores d’Arcais – Da vice Dio a Primate
Luca Kocci – Ratzinger osannato incenerisce la Curia
Andrea Tornielli – I nodi irrisolti in attesa del Conclave
Franco Cardini – Il concilio necessario
Sandro Magister – Chi raccoglierà le chiavi di Pietro
Francesco Peloso – La Curia irriformabile di Benedetto XVI
Federico Tulli – «Ratzinger è stato avvelenato? Da un anno si parla di attentato al papa»
don Paolo Farinella – Il papa si dimette. Finalmente un’ottima notizia
Michela Murgia – Senza nessun rimpianto
Marinella Perroni – La successione del Papa e la fede della gente
Marco Politi – Dimissioni Papa, dal preservativo inutile a Maometto: i “peccati” di Ratzinger
Barbara Spinelli – Il miracolo del nulla alle spalle
Vito Mancuso – L’infallibilità con scadenza
Maria Cristina Bartolomei – Un gesto che rimette il papa come umano tra gli umani
Peter Ciaccio – La sede resti vacante
Vito Mancuso – I due pontefici in Vaticano
Gianni Vattimo – E se il papa avesse avuto una crisi di fede?
Walter Peruzzi – Sede vacante in Vaticano: la prima “libera scelta” di un papa?
Ettore Masina – Un grande vecchio
Federico Tulli – «Per il bene della Chiesa universale». Cosa si fa e cosa non si fa
Franco Cardini – Coraggioso sacrificio o grande sconfitta?
Voce delle Chiese – Le reazioni del mondo protestante alle dimissioni di Benedetto XVI
Eugenio Bernardini – Il nuovo Papa non sarà migliore
Gianni Rossi – Dimissioni del Papa. Da Martin Lutero a Nanni Moretti
Edoardo Petti – Cacciari: “È troppo presto per il Papa nero”
Gian Enrico Rusconi – Teologia laica: la rivoluzione di Benedetto
Aldo Giannuli – Il Papa si dimette. Ne sanno niente allo IOR?
Alfonso Gianni – La laicità delle dimissioni di Papa Ratzinger
Aldo Antonelli – Il Papa è un eletto e non un consacrato
Il cardinale di Parigi – «C’est un acte particulièrement courageux»
Arcigay – Il Papa non ci mancherà: è stato un megafono di omofobia
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Il papa, dopo lunga riflessione, “pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino” e che “nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”, ha annunciato per il 28 febbraio prossimo le sue dimissioni “per il bene della chiesa”.
Questo papa, infine, ha assunto così una decisione evangelicamente e teologicamente feconda: potrebbe diventare norma che il mandato pontificio sia “a tempo determinato”. Grande sarà però la spettacolarizzazione che di questo gesto verrà fatta dai moltissimi mezzi di comunicazione: sarà per il vaticano l’occasione per tentare il rilancio della propria immagine divenuta così sbiadita e senza autorevolezza. Si scatenerà la retorica religiosa e laica ed esploderà il coro delle lodi… ma il pontificato di Ratzinger è stato caratterizzato da continue prese di posizione tradizionaliste e reazionarie sul piano biblico e teologico, ecclesiologico ed etico.
La chiesa ha invece bisogno di pastori diversi. Anzi, ha soprattutto bisogno di ripensare la struttura pontificale, gerarchico-romana e, attraverso una sua vera riforma teologica e strutturale, dar vita al “ministero petrino”, esercitato da uomini e donne eletti con la partecipazione di tutto il popolo di Dio. Senza questo radicale ripensamento, senza questa vera conversione del papato, ogni nuovo eletto si ritroverà negli stessi circuiti del potere, degli affari, della nostalgia di un cattolicesimo dogmatico e costantiniano.
P.S.