Lettere a Benedetto XVI finite in un libro. Il Vaticano denuncerà furto e ricettazione

http://www.repubblica.it/ 19 maggio 2012

La Santa Sede si muoverà per ottenere che siano assicurati alla giustizia i responsabili della pubblicazione di documenti riservati in “Sua Santità” del giornalista Gianluigi Nuzzi. Quelle carte hanno riaperto tra l’altro la vicenda Boffo. E hanno fatto pensare ancora una volta a “gole profonde” negli ambienti della Chiesa

La Santa Sede adirà le vie legali affinché siano individuati e puniti i responsabili pubblicazione di documenti riservati destinati a papa Benedetto XVI nel libro Sua Santità del giornalista Gianluigi Nuzzi. In una nota la sala stampa vaticana si parla di “furto”, “ricettazione” e “uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti”.

“La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile – e obiettivamente diffamatoria – iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso”, si legge nella nota. “Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza”.

La Santa Sede “continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonchè dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia”. “Se necessario chiederà a tal fine la collaborazione internazionale”, conclude la nota riferendosi alle autorità giudiziarie italiane.

Il libro di Nuzzi, edito da Chiarelettere, era stato anticipato da Corriere della sera e Libero. Contiene un gran numero di lettere riservate indirizzate direttamente a Benedetto XVI e al segretario particolare monsignor Georg Gaenswein. Oltre a far riesplodere clamorosamente il filone “Vatileaks”, proprio dopo che il Pontefice ha nominato una commissione cardinalizia d’inchiesta sulle fughe di documenti segreti guidata dal cardinale Julian Herranz, le missive pubblicate in Sua Santità riaprono vicende come il “caso Boffo”, accusando ancora personalità del Vaticano di aver ordito lo scandalo che portò nel 2009 alle dimissioni del direttore di Avvenire 1, giornale della Cei.

In un fax inviato a don Georg e trascritto ora da Nuzzi, in particolare, Boffo parlava di un “fondamentale retroscena”, e cioè che a “trasmettere” all’allora direttore del Giornale Vittorio Feltri il “documento falso” sul processo per molestie che lo aveva visto protagonista “è stato il direttore dell’Osservatore Romano, professor Gian Maria Vian, il quale non ha solo materialmente passato il testo della lettera anonima ma ha dato ampie assicurazioni che il fatto giudiziario da cui quel foglio prendeva le mosse riguardava una vicenda certa di omosessualità”. Boffo, nelle missive spedite al segretario del Papa, cercava un “mandante morale” della vicenda che lo aveva travolto, e pur solo per deduzioni indicava il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, ipotizzando che Vian “forse poteva far conto di interpretare la mens del suo Superiore: allontanato Boffo da quel ruolo, sarebbe venuto meno qualcuno che operava per la continuità tra la presidenza del cardinale Ruini e quella del cardinale Bagnasco”.

Il 9 febbraio di due anni fa la Segreteria di Stato vaticana aveva diffuso una nota in cui smentiva recisamente ogni “implicazione” di Vian nella vicenda Boffo e le “insinuazioni” su “responsabilità” del cardinal Bertone. La nota era stata pubblicata dall’Osservatore Romano con la significativa avvertenza che “il Santo Padre ha approvato il seguente comunicato e ne ha ordinato la pubblicazione”. Ora però il polverone si risolleva con la divulgazione della lettera di Boffo, che fa pensare ancora una volta a “gole profonde” in piena attività, nonostante l’indagine interna ordinata dal Papa e i proclami vaticani contro la “slealtà” di chi fa filtrare carte segrete gettando discredito sulla Curia e danneggiando così tutta la Chiesa.

Il libro di Nuzzi – autore già dello scoop sulle lettere dell’ex segretario del Governatorato Carlo Maria Viganò 2 – tra l’altro rivela molti altri testi, come una nota redatta in occasione di una cena del Papa con i coniugi Napolitano in cui si indica il capo dello Stato come interlocutore strategico anche su temi come la famiglia. Ma anche le lettere inviate al Pontefice dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, toccando ad esempio la vicenda San Raffaele o problemi fiscali discussi direttamente con l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, e la missiva sul caso Orlandi in cui il prelato veneto Giampiero Gloder sconsiglia al Papa di parlarne per non dare corpo alle accuse di “omertà” rivolte verso gli ambienti vaticani.

“Io sono beneficiato da questa operazione. Ma non ne sono felice – aveva detto Boffo commentando le anticipazioni del libro – perché così si reca danno alla Chiesa. E io nella mia vita non ho lavorato per questo”. ‘La pubblicazione di documenti riservati – aveva aggiunto – ottenuti tramite un furto, è comunque un furto, è comunque un latrocinio. Se il collega Nuzzi non si è introdotto lui nelle stanze del Vaticano e le ha ricevute da qualcuno infedele alla Santa Sede, allora è un ricettatore. E i ricettatori portano il loro materiale sulle bancarelle, non nei negozi”. Secondo il direttore di Tv2000, la televisione dei vescovi italiani, la pubblicazione di documenti riservati “è una cosa molto grave, che potrebbe avere ripercussioni sul piano internazionale”.