Comunità di base di Oregina (Genova) – Veglia di Natale 2011

Celebriamo la nascita di Gesù come una benedizione di Dio che si fa nostro compagno/a di viaggio; egli è l’immagine, l’allegoria, la manifestazione della Presenza divina che impariamo ogni giorno a riconoscere nella storia dell’umanità e del cosmo perché, come dice Meister Eckhart ( c.1260- c.1327 ): “ Tutti son chiamati a essere madri di Dio. Perché Dio ha sempre bisogno di nascere”

CANTO

La cultura religiosa dell’evangelo di  Giovanni presenta una diversità rispetto alle tradizioni presenti nei vangeli sinottici; essa ha caratteri molto affini a certi aspetti della religiosità ellenistico-romana ; questa sera però ci preme sottolineare  che è l’evangelo che più insiste sul contatto diretto con Dio, sull’iniziazione e sulla rinascita; per questo , oltre al brano di Luca che narra della nascita di Gesù ascolteremo due brani che parlano della figliolanza divina di Gesù e nostra.


PRIMA LETTURA:     Giovanni 1, 1-14

In principio era il Verbo,il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

Ora ascoltiamo in una traduzione attualizzante ed  efficace, suggerita dal teologo Matthew Fox autore del libro “In principio era la gioia” ( dove gioia sta per benedizione ) i versi giovannei:

In principio era l’Energia Creativa: l’Energia Creativa era con Dio,
l’Energia Creativa era Dio. Essa era con Dio nel principio.
Per mezzo di essa sono state fatte tutte le cose
e nessuna è stata fatta se non attraverso di essa.
Tutto ciò che venne all’essere aveva vita,
e questa vita era la luce degli esseri umani,
una luce che splende nell’oscurità,
una luce che l’oscurità non è riuscita a spegnere…
L’Energia Creativa era la vera luce che illumina ognuno
e veniva nel mondo.
Essa era nel mondo che essa aveva creato.
E il mondo non la conosceva…
Ma a tutti coloro che l’hanno accolto,
essa ha dato il potere di diventare figli e figlie di Dio…
L’Energia Creativa si è fatta carne,
e ha piantato la tenda in mezzo a noi,
e noi abbiamo visto la sua gloria,
la gloria che è sua in quanto Figlia unigenita del Creatore,
piena di grazia e verità

CANTO

Invito a riflessioni:  Se siamo figli e figlie di Dio,  che è Padre e Madre, non possiamo che essere portatori e portatrici di benedizione. Una spiritualità di benedizione è una spiritualità di relazione che costruisce fiducia, speranza, Come possiamo viverla questa benedizione in un tempo così drammatico ? Interventi…..

Nella costruzione dell’evangelo della nascita,    Luca, l’evangelista dei poveri,  si guarda bene dal presentare Gesù come un re ossequiato dai grandi della terra, come troviamo in  Matteo 2,2 . Per questo, Luca riporta  al momento della  nascita  la scelta di vita che Gesù da adulto farà con coraggio e dedizione : uno stile e una pratica di vita di itineranza senza casa. Gesù si sposta in continuazione, abita nelle case e nei tuguri di famiglie, portando con sé null’altro che il proprio corpo e il proprio vestito.


SECONDA LETTURA :    Luca 2,1-7

In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l’impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Dalla Galilea, dalla città di Nazareth, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

 CANTO

 Invito a riflessioni:  “ Maria tu hai fatto nascere il tuo figlio sulla terra, hai fatto nascere il figlio di Dio dal cielo spirando lo spirito di Dio “ ( Matilde di Magdeburgo  † 1280 )

Nel Talmud sta scritto  che “Il mondo non si mantiene che per il respiro dei bambini”. Questo bambino Gesù sarà  il respiro per tante persone, perché era il respiro di Dio, era la parola di Dio. Anche noi possiamo essere il respiro di Dio per gli altri se ispiriamo fiducia, emaniamo calore. Interventi…


TERZA LETTURA: Giovanni 3,1-8

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui». Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio».

 CANTO

 Invito a riflessioni : Cosa significa oggi per noi che “ se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” ? Cosa può significare per noi oggi nascere di nuovo? Perché bisogna che nasciamo di nuovo? Riflettere su questo al tempo della crisi economica,ci porta molto lontano, ci invita a stili di vita nuovi, ad avere un approccio con la vita stessa totalmente differente. Ci fa sentire un poco fuori dal coro di chi fa la conta degli spread.  Ci fa sentire che ciò che è  essenziale è la nostra umanità e ci fa cercare nell’umanità la sorgente di tutto. Un modo nuovo di vivere, di sentire, di vedere, di parlare, di stare con gli altri e con se stesso, di godere delle cose e del creato, di stupirsi di fronte ad una vita nuova, fonte di fiducia e di   speranza  Questo è il messaggio vero del Natale: vi è un pizzico di profeta nei recessi di ogni esistenza umana. Un Natale che ci riapra gli occhi sulle potenzialità di  una vita nuova , alla portata di tutti, giovani e anziani. Possiamo anzi dobbiamo abbracciare la compagnia di coloro che, giorno dopo giorno,con grande perseveranza, senza avere poteri straordinari, ricostituiscono il mondo, incanalando l’energia della rivolta etica verso una rinascita sociale, politica, culturale, religiosa .Come dice Francesco d’Assisi:“Noi siamo le madri di Cristo quando lo portiamo nei nostri cuori e nei nostri corpi per mezzo dell’amore e di una coscienza pura e sincera. E noi diamo Cristo alla luce per mezzo delle nostre opere sante che devono brillare davanti agli altri come esempio”. E’ chiaro che la rinascita è per rafforzare la nostra lotta per un mondo più giusto, più solidale. Interventi…

 

Forse non abbiamo conosciuto un tempo così pesante, così drammatico quale stiamo vivendo. Siamo chiamate/i dallo spirito di Dio ad  attraversarlo con quella  fiducia e  speranza  che Maria e Giuseppe hanno avuto nel dare alla luce Gesù.

IL CREDO DELLA SPERANZA

La fede che preferisco, dice Dio, è la speranza.
Una fiamma tremolante
ha attraversato lo spessore dei mondi.
Una fiamma vacillante
ha attraversato lo spessore dei tempi.
Una fiamma ansiosa
ha attraversato lo spessore delle notti.
Da quella volta che il sangue di mio figlio
colò per la salvezza del mondo.
Una fiamma impossibile a spegnersi,
impossibile ad estinguersi al soffio della morte.
Ciò che mi stupisce, dice Dio, è la speranza.
E ne rimango scombussolato.
Questa piccola speranza
che ha tutta l’aria d’un nulla.
Questa bambina speranza. Immortale.
Sperare è difficile.
L’inclinazione a disperare,
questa è la grande tentazione.
La piccola speranza
procede tra le sue due grandi sorelle,
la fede e la carità,
solo non si fa attenzione a lei.
E il popolo crede volentieri
che sono le due grandi
a trascinare la piccola per mano.
Ma è quella in mezzo
a trascinare le sue grandi sorelle.
Senza di lei, loro non sarebbero niente.
E’ lei, la piccola, che trascina tutto.
Lei vede ciò che sarà.
Lei ama ciò che sarà.
La mia piccola speranza
è colei che si leva ogni mattina.
E’ colei che tutte le mattine ci dà il buongiorno.    (Charles Péguy)

CANTO

 

PREGHIERA EUCARISTICA

Fonte  inestinguibile di  vita – Sorgente di viva energia
Dio dell’amore infinito –  della gratuita giustizia
siamo qui riunite e riuniti questa sera
per fare memoria del  natale di ogni essere vivente
ma in particolare di Gesù, tua stupenda icona.
Sei venuto fra noi nella persona di Gesù
per insegnarci con il suo modo di vivere
che la fraternità, la sororità, la solidarietà
la condivisione sono generatrici di vita
di giustizia , di fiducia, di gioia
Egli avendo vissuto la sua vita in profonda relazione
con la tua Presenza ha potuto riconoscersi tuo figlio,
annunciatore del tuo regno, della tua sovranità
da realizzare nella situazione concreta di lavoro
di famiglia, di rapporti sociali ed interpersonali.
Noi accogliamo l’invito di Gesù a rinascere ,
ci apriamo al dono dello Spirito
che ci chiama   ad un nuovo  stile di vita.
Questa sera viviamo in particolare la sofferenza
di tante bambine e di tanti bambini, vittime di
tanta violenza : guerra, fame,  sete,  stupro, abbandono.
E’ con questo spirito che facciamo  memoria
dell’ultima cena di Gesù che spezzò il pane e lo condivise
con uomini e donne che lo avevano seguito dicendo:
Prendete e magiatene tutte e tutti
Come segno della mia vita spesa per voi

Poi prese la coppa del vino e disse:
Prendete e bevetene tutte e tutti
Come segno del mio immenso amore per voi e per tutta
l’umanita’. Fate questo in memoria di me

Facciamo memoria in particolare  delle persone  con le quali abbiamo condiviso e tuttora condividiamo  l’ impegno di fare giustizia, di lavorare per un altro mondo possibile in questo momento così drammatico.
Figlie e figli di un Dio che è Padre e Madre, stringiamo le nostre mani e preghiamo con la preghiera tramandataci dalla tradizione ebraica e cristiana: PADRE NOSTRO
Vivere e costruire la pace
per essere figli/e del Dio della pace, di Gesù testimone e profeta della nonviolenza  è il significato dell’abbraccio di pace che ci scambiamo.
Ora  condividiamo il pane e il vino segni della benedizione di Dio in Cristo Gesù
che ha donato la vita per il compimento del regno di Dio, regno della giustizia.

 

Auguri : che possiamo vedere la nascita di  altri mondi possibili
“Il fuoco dell’amore trasforma la pasta in pane”

 AUGURI (nel tempo che passa)

Ci muoviamo con il fiato sospeso.
Conserviamo un filo di voce.
Le parole spesso si perdono nell’aria.
Ma mantengono anima e coraggio
per affrontare l’orco più feroce.
Non è ancora discesa la neve,
ebbra di candore e di calda pace.
Le foglie marciscono sui sentieri.
Fecondano la terra alle rinascite.
E segnano i nostri passi nel buio,
con il suono allegro del loro disfarsi.
Chi può si aggrappa all’albero di Natale.
Chi non può al rosso e all’oro dei ricordi.
Un bambino tornerà, è sempre la prima volta,
a proporci l’uguaglianza della nudità.
Tre re giungeranno a cavallo di una cometa,
portando la magia dei doni, vestiti di umiltà.
Poi le ore piccole faranno spazio alla luce.
Il fresco profumo delle fresie sfiderà i sensi.
E più in là, con il sole alto, il papavero
illuminerà di rosso prati e colline.
Per il piacere degli occhi. Per svegliarci al mondo.   (Angelo Guarnieri)