A Genova, dieci anni dopo, nonostante tutto
Peppino Coscione
comunità cristiana di base di Oregina (Genova)
Il fiume carsico del Movimento Altermondialista è riapparso anche mediaticamente 10 anni dopo. Sabato 23 luglio dalle 17 alle 19 ha inondato di colori, di simboli, di voci, di slogan, le strade di Genova, quella Genova ferita e violentata nel 2001.
Un serpentone le cui squame ,sempre mutanti, sono l’articolazione di diversi soggetti, di gruppi, di associazioni, di movimenti di lotta, come la NO TAV della Valsusa, la NO GRONDA del ponente genovese, NO alle guerre, la miriade di pratiche alternative su diversi terreni, quelli economici, quelli sociali, culturali, quello di genere che come 10 anni fa ha aperto il calendario delle tante iniziative cominciate il 24 giugno e terminate con l’assemblea internazionale di domenica 24 luglio.
E’ stato il compimento di ciò che era stato annunciato nella presenza festosa e tenace di tante persone sia il 20 luglio in Piazza Alimonda, dove è stata posta una targa con la scritta “CARLO GIULIANI RAGAZZO”, sia il 21 luglio nella fiaccolata serale che da piazza Matteotti è arrivata alla scuola Diaz… per non dimenticare.
A dare forza e luce continua alle iniziative c’ è stata la mostra dal titolo Cassandra nel sottoporticato del palazzo Ducale, apertasi il 30 giugno; una mostra che con una sapiente esposizione di pannelli, di cartelloni, di filmati ha mostrato i principali avvenimenti degli ultimi 10 anni , mettendo in luce appunto come il movimento altermondialista avesse detto come sarebbero andati a finire la società e la natura se non si fossero prese in considerazione le idee e le pratiche proposte nel 2001.
Idee e pratiche che sono emerse lungo tutto il mese attraverso spettacoli teatrali, presentazione di libri, filmati, tavole rotonde, seminari ed assemblee pubbliche; due rilievi mi sembra di poter : la concomitanza di temi importanti , la sovrabbondanza ripetitiva dello stesso tema sebbene presentato da soggetti diversi , la possibilità talora scarsa di avere un confronto serrato tra punti di vista diversi.
La repressione del 2001, la militarizzazione della vita politica e sociale sviluppatasi in questo decennio, la devastante crisi provocata da una cupola criminalfinanziaria non ha conseguito né deve conseguire i suoi scopi, perché è forte e diffusa la consapevolezza che un altro mondo è possibile e tanti sono i portatori, non ingenui, di questa consapevolezza, anzi di questa necessità, come espresso nella Dichiarazione finale comune:
“ Il Forum e il suo processo di costruzione ci offrono una straordinaria occasione di convergenza nazionale e internazionale per rafforzare il campo di forze e delle alleanze necessari a una vera alternativa alla crisi globale, fondata sulla radicalizzazione della democrazia e dei diritti, su un altro modo di produrre, di vivere, di consumare, di convivere, capace di respingere al mittente le devastanti ricette anticrisi imposte dai poteri dominanti”.
Il movimento esprime così la volontà di riprendere a lavorare assieme, con la consapevolezza che le diverse posizioni politiche e culturali non debbano impedire la costruzione di azioni comuni. Di qui la decisione di tenere “nei prossimi mesi, un seminario aperto per la ricostruzione di uno spazio pubblico europeo pubblico e partecipato dagli attori sociali che nel nostro continente fanno vivere le lotte, le vertenze, le alternative, le buone pratiche per una Europa diversa”.
Al di là della partecipazione di alcune persone presenti a titolo personale, alle iniziative del decimo anniversario sono stati assenti le chiese ed i movimenti ecclesiali di tutte le confessioni religiose presenti a Genova.