Eutelia: macché crisi, è “dark economy”
di Debora Billi
da http://crisis.blogosfere.it/
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Landi ha poi dichiarato, riportato dalla stampa tutta, che all’Eutelia ci sono solo 4 ragazzini dai centri sociali e la faccenda dell’occupazione è tutta una finzione politica.
Così mi sono detta: andiamo a verificare ‘sta finzione. Effettivamente mi sembrava strano fin dall’inizio, che degli attempati ingegneri si mettessero a tirar su bandiere rosse, ad accendere fuochi e a dormire tra le scrivanie. L’Eutelia è occupata dal 28 Ottobre, e i dipendenti (quasi tutti ingegneri, appunto) non prendono lo stipendio dal luglio scorso.
Arrivare da loro è facilissimo: si trovano nella Tiburtina Valley, tra modernissimi palazzi in acciaio e vetro costruiti per il top delle nostre aziende di terziario avanzato. Faceva IT e TLC, l’Eutelia, come tante altre nella zona, e oggi si distingue per gli striscioni e le bandiere disseminati anche nelle vie circostanti, che come mollichine di pane ti guidano fino al cuore di questa strana storia.
Sono in tanti a presidiare, anche un giovedì pomeriggio qualunque. Sarà merito di Landi, che con la sua estrosa iniziativa ha attirato finalmente l’attenzione su di loro. L’accoglienza è amichevole, ed effettivamente vedere tutti quei lettini disposti tra scrivanie e computer fa piuttosto effetto.
La situazione non è semplice. Io ero lì per ascoltare la storia di un’azienda in crisi, e scopro che la crisi non c’entra nulla. L’Eutelia ha commesse, ha clienti, e continua a lavorare. I dipendenti continuano a fare assistenza ai clienti… a spese loro. Il compenso finisce invece, oggi, nelle tasche della misteriosa Omega, l’ultima a rilevare Eutelia -per appena 96.000 euro- dopo il passaggio attraverso la Agile.
Emiliano Varanini, avvocato e rappresentante dell’Italia dei Valori, ha cercato insieme a me di capirci qualcosa. “E’ un caso di pura dark economy”, ha concluso, lui che ha sicuramente maggiori strumenti di me per capire. Io ho presto gettato la spugna, non senza però aver compreso che è vero, in questa faccenda ci sono molte torte appetibili su cui qualcuno sta mettendo le mani. Crediti nei confronti di commesse pubbliche, ad esempio; tutti i TFR dei dipendenti; persino terreni ed immobili nell’area della famigerata Expo di Milano.
La crisi è una scusa, come in molti altri casi. Sui media passa la notizia di “un’azienda occupata, lavoratori licenziati”, e per chi ascolta si tratta solo dell’ennesima vittima della recessione. Chissà quanti furbi approfittano di questa occasione, di questo bel mascheramento che consente ogni misfatto nell’indifferenza generale. Nell’indifferenza del governo, del Ministero delle Attività Produttive, di chi dovrebbe sorvegliare e invece consente giochi sporchi.
“Non ho più una vita privata”, mi confessa l’ingegnere, “sono sempre qui, notte e giorno”. Intanto si è fatta sera, qualcuno sposta i computer e sulle scrivanie gioca a carte, per ingannare il tempo. Fuori si accende il fuoco e si arrostiscono le caldarroste, offerte a politici, giornalisti e bambini al seguito. E’ ora di andare, e dispiace salutare queste persone che combattono contro un mostro così tanto più grande di loro, e così ben protetto, mentre loro non hanno protezione neppure contro i blitz dei picchiatori.
Il piazzale è al freddo, illuminato dai lampioni, e io spero proprio che le luci che si sono accese sulla storia di Eutelia non si spengano.