Finanziaria 2010 – Ciò che Tremonti non dice
di Alfiero Grandi
da www.aprileonline.info
Due notizie contemporanee: Il Governo ha approvato la proposta di legge finanziaria per il 2010. Dai dati resi noti la perdita di posti di lavoro ha raggiunto un livello sconosciuto da molti anni e continua ad aumentare. L’esecutivo procede sulla strada della destrutturazione dei meccanismi di formazione delle decisioni di politica economica perché le sequestra in una sede ristretta di capibastone, non le confronta né con i sindacati, né con le altre parti sociali, lascia il paese alla deriva della crisi
Il confronto tra queste due notizie dice con chiarezza che il Governo nella finanziaria 2010 non ha previsto nulla per affrontare l’emergenza occupazione. Per Tremonti è già tutto fatto, con il sistema ormai corrente che basta annunciare interventi e promettere, se poi non si fa nulla pazienza l’opinione pubblica è stata ormai anestetizzata dalle parole. Di più, Tremonti si è vantato in conferenza stampa che non sono in programma altri interventi aggiuntivi a quanto già deciso dal Governo in precedenza e ha rivendicato questa decisione come una scelta giusta, minacciando altrimenti un possibile aumento dei tassi di interesse e dimenticando che nuove risorse potrebbero venire dalla lotta all’evasione, da un tassazione straordinaria sui redditi molto alti, ecc.
Non è affatto vero che nuovi interventi porterebbero ad aumentare il debito pubblico, potrebbero infatti essere finanziati dalla parte di società che non ha risentitto della crisi.
Nel Governo cresce la sindrome che lo porta a nascondere fino al limite del possibile dati e provvedimenti. I problemi non affrontati come il rinnovo dei contratti pubblici, che da solo vale il doppio delle spese previste nella proposta di legge finanziaria, viene rinviato al futuro, se ci saranno le risorse. Quindi o i conti della finanziaria sono finti, come è probabile, oppure il Governo ha deciso di non procedere al rinnovo dei contratti pubblici.
Parlare di finanziaria da 3 miliardi di euro è semplicemente una balla, che tra l’altro conferma che il Governo anticipa malvolentieri le sue misure e non solo all’opinione pubblica ma anche ai parlamentari della sua stessa maggioranza, ormai abituati a dosi massicce di voti di fiducia, necessari per fare digerire tutto e il suo contrario.
Da un rapporto della Ragioneria dello Stato, reso noto contemporaneamente al varo della finanziaria, si capisce in quale modo il Governo fa tornare i conti. Risultano residui passivi, cioè fondi non spesi nel 2008, per 90 miliardi di euro che sono rimasti nelle casse dello Stato e questo vuol dire meno investimenti e meno pagamenti a fornitori, imprese, ecc. Se i soldi non vengono spesi i conti migliorano ma il paese peggiora, gli inestimenti non si fanno e la disoccupazione cresce.
Tremonti cerca poi in questo modo di fare digerire all’opinione pubblica lo scudo fiscale, cioè il rientro dei capitali illegalmente esportati all’estero con la convenientissima spesa del 5 %, la più bassa al mondo.
Tremonti infatti lega i nuovi interventi a sostegno della ripresa come il rinnovo dei contratti pubblici ai risultati che darà lo scudo fiscale, che in realtà è ormai un mega condono di reati come il falso in bilancio. E’ un tentativo di ripulire il condono attraverso l’uso delle risorse che ne deriverebbe.
Anche Confindustria, che pure è prodiga di lodi al Governo, deve avere qualche preoccupazione se ha ricordato che dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sono arrivati 168 milioni di euro su 1,6 miliardi, circa il 10 % di quanto promesso. Inoltre Confindustria è preoccupata dal click day previsto per alcune misure del Governo, da cui le imprese possono restare escluse per pochi secondi, come è accaduto a un’impresa che ha perso i finanziamenti per la ricerca per appena 8 secondi e che ha preannunciato la chiusura.
Nessuna risposta dal Governo ai sindacati che, questa volta insieme, hanno chiesto sgravi fiscali a favore dei lavoratori e dei pensionati e garanzie per il sostegno al reddito dei disoccupati il cui numero è in crescita.
Le Regioni hanno giustamente disertato l’incontro con il Governo, una sede troppo affollata per discutere, a volte perfino trovare una sedia è un problema. Incontri come questo sono più o meno una conferenza stampa del Governo, in cui vengono date le informazioni più scarne possibili e in cui possono intervenire altri che però non hanno alcuna possibilità di modificare le scelte già fatte. Poiché le Regioni con questa finanziaria, che nega loro le risorse necessarie, hanno il preannuncio di un buco di bilancio di molti miliardi a partire dalla sanità hanno fatto benissimo a non presentarsi a questa autentica presa in giro. Del resto le Regioni hanno la possibilità di bloccare molte decisioni del Governo in sede di conferenza Stato / Regioni.
In conclusione il Governo procede sulla strada della destrutturazione dei meccanismi di formazione delle decisioni di politica economica perché le sequestra in una sede ristretta di capibastone, non le confronta né con i sindacati, né con le altre parti sociali, lascia il paese alla deriva della crisi. L’autunno sarà duro per gran parte dell’Italia, ma Tremonti è contento perché è riuscito a far capire ben poco delle intenzioni del Governo, ammesso che ci siano, a rinviare le decisioni, tanto ci sono i voti di fiducia.
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I dubbi “pesanti” sulla Finanziaria “light”
Una finanziaria snella, con soli tre articoli, più le tabelle, e senza provvedimenti che accompagnino la manovra, perché al momento i sei decreti anti-crisi già varati sono sufficienti. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, l’ha presentata ieri sera nell’affollatissima sala di palazzo Chigi, alla presenza di ben 63 sigle di imprese, sindacati, Province e Comuni (le Regioni hanno disertato la riunione in attesa di risposte da parte dell’esecutivo su alcuni punti giudicati irrinunciabili dai governatori, come il Patto per la salute e le risorse per i Fas ed Enti locali). Stabilendo un primato tutto personale: ha scontentato tutti. Il governo ha fatto di peggio: l’ha approvata oggi
Ma vediamo di che si tratta:
Fondi per 693 milioni per il rinnovo dei contratti pubblici nel 2010 e l’estensione delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni anche nel 2012. E poi una norma per evitare un buco da 3 miliardi sulle pensioni agricole. Non manca, poi, la formula di rito – che però l’anno scorso non era stata inserita fin dall’inizio – in base alla quale le maggiori risorse che dovessero emergere dai conti pubblici saranno utilizzate per abbattere le tasse su lavoratori e dipendenti con famiglie numerose e a basso reddito.
La relazione introduttiva del governo spiega che la manovra è “indirizzata a stimolare la crescita mantenendo la stabilità dei conti pubblici” e che “contestualmente al miglioramento delle prospettive di crescita sarà ripreso il percorso di risanamento della finanza pubblica”. Così, anche se il deficit 2010 sarà al 5% si ridurrà progressivamente fino al 2,2 per cento del 2013.
Contratti, 693 mln per 2010: La Finanziaria apposta solo le somme “gia scontate” nelle previsioni fatte nel passato per il rinnovo dei conti pubblici. In attesa di definire il nuovo modello contrattuale e raggiungere gli acconti. Gli importi complessivi ammontano a 3,4 miliardi per il prossimo triennio: 693 milioni per il 2010; 1.087 milioni per il 2011 e 1.680 milioni per il 2012.
79 mln a sicurezza; 135 a precarI: Per i rinnovi dei contratti pubblici si stanziano 350 milioni per i contratti a carico dello Stato e 343 per il settore non statale. Dei fondi dello stato 215 milioni saranno per i dipendenti Aran, ma a questi si aggiungono 135 milioni per il personale statale non contrattualizzato, in pratica per i precari. 79 milioni sono poi per i corpi e le forze di polizia.
Bonus ristr
utturazioni: Vengono estese fino al 2012 le agevolazioni previste per le ristrutturazioni edilizie e anche per l’acquisto di immobili già ristrutturati. La norma prevede anche l’applicazione dell’aliquota, al 10%, dell’Iva sui lavori.
La misura avrà un impatto di 324 milioni nel 2012, 743 milioni sia nel 2013 sia nel 2014.
Giù tasse lavoro se maggiori risorse: la norma non era stata inserita nel testo della scorsa finanziaria varata dal Cdm. Venne invece inserita durante l’iter Parlamentare e ora, visto il pressing dei sindacati, acquista nuova valore. “Le maggiori disponibilità di finanza pubblica che si realizzassero nell’anno 2010 rispetto alle previsioni del Dpef sono destinate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie con figli e dei percettori di reddito medio-basso, con priorità per i lavoratori dipendenti e pensionati”.
Trasferimenti all’Inps: L’importo annuo che viene trasferito all’Inps sarà aumentato annualmente in base alle variazioni dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, aumentato di un punto percentuale. Con lo stesso criterio viene adeguata la somma per l’onere pensionistico delle pensioni di invalidità.
Pensioni agricole: Una norma interpretativa sulle pensioni dei lavoratori agricoli a tempo determinato, evita che recenti sentenze della Corte di Cassazione possano trasformarsi in un buco di 3 miliardi nel primo anno di applicazione e di 270 milioni per gli anni successivi.