RAMADAN

da Il granello di senape della comunità di Mambre (Busca – CN):


Con il Nome di Dio, il Cornpassionevole, il Misericordioso
Ci sono città i cui nomi sono segni di dolore e testimonianza di accadimenti che, Dio lo voglia, non si ripetano mai più. Anche solo farne l’elenco sarebbe lungo e straziante. La storia del secolo scorso è disseminata di stragi, eccidi, genocidi, tentativi di eliminare insieme ai corpi degli uomini anche la loro natura, la loro cultura, la loro identità. Quando 63 anni orsono finì quella guerra che produsse la strage che oggi ricordiamo, in Europa si accese una speranza che veniva riassunta da due semplici parole “MAl PIU’ “, il prezzo pagato era stato troppo alto, oltre 40 milioni di morti, molti di più i feriti, i mutilati, gli invalidi, i senzatetto. La speranza della pace fu però ben presto delusa e, pur senza lottare direttamente, le maggiori potenze mondiali continuarono a confrontarsi sulla pelle dei poveri del mondo, in Corea, in Vietnam, in Afghanistan e altrove. La speranza della pace fu delusa anche per molti popoli colonizzati che, pur avendo partecipato allo sforzo bellico del colonizzatore, non ebbero in cambio quella libertà promessa e dovettero conquistarsela a caro prezzo. Un esempio per tutti l’Algeria: un milione e mezzo di morti, nella stragrande maggioranza civili. Oggi ricordiamo la prima strage di civili della seconda guerra mondiale in Italia, Boves cui seguirono Marzabotto in Emilia, Stazzema in Toscana senza dimenticare i 40 mila italiani che perirono sotto i bombardamenti alleati. La crudele violenza nazifascista non riuscì però a piegare la Resistenza partigiana in questa martoriata città e in tutte le città d’ltalia che strapparono con la loro volontà la loro libertà dall’oppressore nazifascista. Questo ricordo deve muovere in noi la piu decisa e strenua volontà di continuare la loro e nostra battaglia per la libertà e la pace in Italia e nel mondo: in Palestina, in Iraq, in Afghanistan, in Cecenia, in Georgia, e altrove … Evitare la guerra e la violenza, cari amici e care amiche, dovrebbe essere la preoccupazione che assilla i nostri governanti, affinchè non si ripetano, a Dio piacendo, queste stragi, e sia veramente “MAl PIU”‘; e noi, come società civile, come religiosi e come laici, come cristiani e come musulmani, come ebrei e come buddisti, abbiamo il dovere di fare in modo che questo avvenga, qualunque sia il nostro background culturale, religioso e storico. E noi come muslim, aderenti alla religione dell’islam, della pace, lo facciamo e lo faremo a partire dal nostro riferimento spirituale, a partire dagli imperativi morali che riassumono la nostra etica musulmana: “Ordinate il bene e vietate il male”; “Collaborate nel bene e non collaborate nell’ingiustizia” .Infine, cari fratelli e sorelle nell’Umanità e nella cittadinanza, in questo mese di Ramadan, mese del digiuno, della pace e della serenità, non possiamo che confidare nell’Altissimo, che è As-Salam, la Pace, che preghiamo per noi, per voi e per tutti:
Allahumma anta salarm wa minka salam
o Dio Tu sei la Pace e da Te discende la Pace.
Brahim BAYA
Boves, 21 settembre 2008 – 21 Ramadan 1429