Atti 2, 1-11
La descrizione degli Atti del giorno
che noi chiamiamo Pentecoste è tipicamente orientale, dove è stata
scritta. Io che seguo i ragazzi afgani, iraniani, palestinesi, sento
descrizioni della realtà quotidiana raccontate in questo modo
fantastico per esprimere dei concetti che noi, con l’illuminismo
descriveremmo in tutt’altra maniera.
Quando Dio ha disseminato i
costruttori della torre di Babele, ha voluto esprimere una Sua
concezione di fraternità e sororità opposta alla chiusura e
detenzione del sapere e del potere da parte di pochi che se la
intendevano tra loro con un’unica lingua.
Bisogna trarre il senso di questa
descrizione e non fermarsi al racconto così come ci viene
tramandato. Non è che gli apostoli parlavano lingue diverse, è che
quello che dicevano era comprensibile a tutti! Questo è il messaggio
del brano!
A volte capita di parlare con persone
che non capiscono il nostro linguaggio usuale ma capiscono
perfettamente il senso delle nostre scelte.
Il marocchino che ormai è diventato
italiano e che vive con la sua famiglia a Milano e che ha perso il
lavoro, nonostante parli benissimo l’italiano, non capisce quello
che dice Tettamanzi, quando parla del fondo di solidarietà che è
solo per le famiglie bisognose che però vadano a messa tutte le
domeniche!
Le famiglie di immigrati che vivono a
Roma intorno a piazza Vittorio non capiscono quello che dice
Alemanno quando invece di Intermundia in quella piazza multietnica
organizza “Fratelli d’Italia”, eppure parlano benissimo l’italiano!
Dag, il regista di “Un uomo sulla
terra”, parla bene l’italiano, ma non capisce le parole del governo
quando attua i respingimenti, sapendo cosa vanno a patire quelli che
tornano in Libia!
L’intitolazione che la Regione Puglia
ha deciso per la prestigiosa Sala della Giunta, che verrà intitolata
a Ester Ada, la ragazza di 18 anni che è morta sulla nave Pinar
mentre tentava di approdare a Lampedusa, è sicuramente un linguaggio
compreso anche da chi l’italiano non lo sa!
Questi sono i linguaggi che intendeva
lo scrittore degli atti.
Scrive Maggi:
"Lo Spirito di
Dio è quello che – dice la scrittura – “fa nuove tutte le cose”.
Allora, l’apertura al nuovo fa emergere lo Spirito. Questo.
significa che la tensione della comunità cristiana ha sempre nuovi
bisogni dell’umanità, farà scoprire nuove capacità di risposta. In
queste nuove risposte ai bisogni dell’umanità emerge lo Spirito
della verità. Questa è la dinamica della vita del cristiano, quindi,
sempre teso verso il nuovo, sempre pronto a dare nuove risposte, non
le risposte antiche. Non si possono dare ai bisogni di oggi risposte
antiche, ma formulare, inventare, creare, nuove risposte per i
bisogni dell’umanità".
Misa Chiavari
CdB di San Paolo - Roma