UN BENESSERE ANTIEVANGELICO
Anche nel passo proposto per la liturgia di domenica prossima (Proverbi 31, 10-13. 19-20.30.31) come in altri cenni alla vita quotidiana si rintracciano attività economiche proposte a modello.
Scenari analoghi variamente riprodotti lungo secoli stanno probabilmente alla base della più o meno orgogliosa soddisfazione del mondo cristiano per le proprie “ricette” o “prescrizioni” in ambito economico-sociale
L’attuale situazione storica dovrebbe mettere in crisi questo tipo di sicurezze: la maggior parte del mondo opulento si caratterizza per un’economia che per lo più accumula e sperpera, solo in parte soddisfa i bisogni primari mentre sollecita consumi superflui e frustra inesorabilmente le aspettative di due terzi circa dell’umanità.
Le notizie che ci giungono ormai anche da luoghi a noi vicinissimi mettono quotidianamente davanti ai nostri occhi sofferenze e rivolte di migliaia di persone meno fortunate, ma egualmente titolari del diritto di fruire delle risorse della terra; risorse, tra l’altro, che le conoscenze scientifiche, in continuo accelerato progresso negli ultimi secoli, consentirebbero di utilizzare in modo da soddisfare i bisogni di tutti.
D’altronde i vari programmi di aiuto in atto come le tradizionali iniziative di solidarietà, che saranno certamente incentivate dall’enfasi natalizia, non sono certo in grado di contrastare le dimensioni mondiali del progressivo impoverimento dei molti e del parallelo accumulo di ricchezze per pochi.
E’ impossibile perciò continuare ad evitare la messa in discussione dei nostri criteri di benessere.
Ma come può aiutare a promuovere l’ indispensabile metànoia collettiva una chiesa che con tenace fermezza difende i privilegi acquisiti, approfitta di tutte le situazioni per ampliarli, demonizza chi in ciò la contrasta, emargina e riduce al silenzio i suoi stessi figli che richiedono comportamenti più evangelici?
Anna Maria Marenco
del Gruppo di controinformazione ecclesiale Roma