Dalla Gazzetta di Modena, 31 maggio 2009
Il giorno di pentecoste, gli apostoli ricevono
lo Spirito Santo, lo spirito di Gesù, poi si presentano al pubblico
di Gerusalemme e si mettono a parlare di Gesù nella loro lingua
l’aramaico. “Miracolosamente”, i greci, i latini, gli orientali
presenti a Gerusalemme, comprendono quello che dicono. Questi
discepoli di Cristo si fanno capire; in molti credono alle loro
parole.
Da alcuni anni a Modena si parlano molte lingue
e sono presenti diverse religioni. Tutte dicono di parlare in nome
di dio: i preti cattolici e ortodossi, i pastori protestanti nelle
chiese, i musulmani nella moschea, gli ebrei nella sinagoga, i
Testimoni di Geova alle nostre porte. Perché li dovremmo ascoltare?
Quali credenziali ci mostrano? Oggi chi più che meno siamo dei laici
indaffarati e adulti vaccinati, che faticano a dare la fiducia
(fede) a chi ci parla. E poi parlano tutti linguaggi incomprensibili
e le loro liturgie sono lontane da noi..
Quei discepoli del maestro di Nazareth
dividevano il loro cibo e la casa tra di loro e con i poveri,
curavano i malati, accoglievano gli stranieri, amavano chi nessuno
amava.
Questo linguaggio era capito da tutti.
Immediatamente. Non c’erano fraintendimenti o secondi fini. Chi
voleva lo accoglieva. Molti “consapevolmente” lo rigettavano.
Beppe Manni
CdB Villaggio Artigiano - Modena