28
ottobre 2007
Ho saputo da internet che vicino a casa mia, a
Roccella Jonica, sono sbarcati dei clandestini. Succede spesso da
queste parti. Ma questa volta stato diverso, l'avventura in mare di
circa 150 persone divenuta tragedia. La carretta del mare si è
spezzata. Hanno trovato già sette corpi senza vita. Due li hanno
recuperati sulla spiaggia di Gioiosa Jonica, qualche kilometro più a
sud.
Ho deciso di andare a vedere cosa successo, per
capire. Ma non c' niente da capire.
Ho parcheggiato sulla statale 106 il mio pandino
amaranto, ho scavalcato il guardrail, ho superato i binari della
ferrovia e mi sono trovato sulla spiaggia. Il relitto lì, poggiato
sulla sabbia e battuto dalle onde. Diviso. Spezzato. La cabina
staccata dal resto. La prua anche. Il mare mosso e il cielo grigio
incupiscono l'animo, come la vista della carcassa. Legno ovunque,
per centinaia di metri. E oggetti. Bottiglie di olio, fusti di olio
per motore, una scatola di succo di frutta, scarpe. Decine e decine
di scarpe e ciabatte sono sparse lungo la costa. Vestiti.
Loro, i clandestini sopravvissuti, non ci sono
già più, sono stati portati via. Qualcuno in ospedale per essere
curato. Sono palestinesi. Sbarcati a Roccella, a 5 km da Caulonia,
il paese di Angelo Frammartino. Un italiano andato a morire in
Palestina. Loro, palestinesi, invece sono venuti a morire in Italia.
Su una tavola qualche anima buona ha lasciato un
mazzo di fiori bianchi, che spuntano come un miraggio all'improvviso
in mezzo ai resti. impossibile non commuoversi. Si respira dolore e
salsedine, panico e impotenza. Sul biglietto c'è scritto "Il vostro
coraggio per noi memoria".
Ma io non credo che si trattasse di coraggiosi.
E non credo neanche che di questa ennesima tragedia resterà memoria,
se non nelle menti di quelli scampati all'orrore. E' solo una
cattiva notizia al Tg dell'ora di pranzo. Il servizio successivo
parla gi di altro. Domani non se ne parlerà più.
Di immigrazione si continua a morire, in Italia
si continua ad arrivare da clandestini, e a morire da clandestini,
nel buio della notte col mare in tempesta, quando nessuno può
osservare. Quando nessuno può vedere.
Esseri umani ammucchiati come bestie sono morti
in mare a 5 kilometri da casa mia, mentre dormivo al caldo. Non
capisco, non riesco a capire. Pare che abbiano pagato 1500 euro a
testa ai trafficanti di uomini. Per finire in Italia, qualcuno a
morire, gli altri probabilmente per essere rimpatriati. Non ha
senso. Non ha senso un sistema in cui le merci possono attraversare
liberamente le frontiere ma gli uomini devono rischiare la vita per
superare una linea segnata su una cartina. Non ha senso che accada
nel 2007. Non ha senso che si muoia così.
I cadaveri sono stati portati via. I
sopravvissuti, compreso un bambino di dieci anni, sono stati portati
via. La carcassa della carretta sparirà. E la prossima estate
torneremo a fare il bagno su quella spiaggia, a cercare sollievo dal
sole calabrese. E forse solo qualcuno rivolgerà un pensiero a quelli
che proprio lì, in una notte di burrasca, hanno perso la vita in
mare. Gli altri continueranno ignari di tutto a godere il mare
d'estate. Perché la vita continua. Ma non se sei palestinese e muori
in terra straniera ucciso dalle onde e dalla clandestinità.
Giovanni Maiolo
Ragazzo
Cittadino di un mondo di merda
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NdR: Abbiamo deciso di
pubblicare in "Primo Piano" questo scritto, a nostra conoscenza non
proveniente da un appartenente ad alcuna comunità cristiane di base
e arrivato ad uno della redazione via internet, per condivisione dei
motivi di fondo che lo hanno ispirato.
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NOTA:
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necessariamente della comunità di appartenenza di chi scrive, tanto
meno del movimento delle CdB, ma punti di vista personali
dall’interno delle comunità su argomenti di attualità che ciascuna/o
ritenga di dover proporre in primo piano come oggetto di
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