“Menopause”
Qualche settimana fa ho accettato entusiasta la
proposta di un gruppo di amiche di andare a vedere insieme uno
spettacolo teatrale che si presentava ironico e divertente:
“Menopause”, interpretato da quattro attrici di diversa età. Il
giorno prima dico a mio marito: “Dai, vieni anche tu, dicono che è
uno spettacolo tanto divertente!” E lui: “Ma per carità! A me fa
impressione solo il titolo!” Soltanto l’ingenua spontaneità della
risposta mi ha indotto a una reazione composta e misurata. Ma tant’è,
questo argomento è tabù, per gli uomini ma anche per le donne
stesse. Per la cronaca, lo spettacolo ha dimostrato quanto in
effetti sia difficile parlarne, tanto più in maniere ironica: un
susseguirsi di gags tristi e scontate su vampate, isterismi, pipì
intrattenibili, ecc., per cui non si sapeva davvero se ridere o
piangere. Oh,sia chiaro, noi amiche abbiamo riso lo stesso un sacco,
primo dello spettacolo, secondo su noi stesse e poi perché solo
vederci tutte insieme ci rende felici. In conclusione, vorrei
regalare a me stessa e alle donne che leggono (pre, in o post
menopausa) queste parole che Simone de Beauvoir scrive nel suo “Il
secondo sesso”: “...In molte si ristabilisce, con la menopausa, un
equilibrio endocrino. Allora la donna è liberata dalla schiavitù
della femmina; non è paragonabile ad un eunuco perché la sua
vitalità è intatta; ciononostante non è più preda di forze che la
travolgono: coincide con se stessa. Si è detto talvolta che le donne
attempate costituiscono “un terzo sesso”; difatti esse non sono
maschi ma non sono più femmine; e spesso questa autonomia
fisiologica si manifesta con una salute, un equilibrio, un vigore
che prima non possedevano.”
Elena Lobina Cocco
CdB di San Paolo - Roma
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