L'ADULTO
di Giancarla Codrignani
Romano Prodi ha risposto al diktat di
Camillo Ruini con una rivendicazione di laicità che non ha
nulla di"laicista", ma che dovrebbe essere atteggiamento
di coerenza per ogni cattolico quando la chiesa interferisce con la
sua libera coscienza civile sulla base della tradizionale, non più
legittima pretesa di controllo sociale.
Il Vaticano II ha liberato l'istituzione ecclesiastica dai residui
del regime di cristianità anche con il dare ai laici l'autorevolezza
di persone adulte. Ma i cattolici non hanno osato coniugare l'essere
credenti con l'affermazione della propria autonomia almeno civile.
I referendum relativi al divorzio e all'aborto hanno svelato l'immaturità
di chi si fa libero nel segreto dell'urna. Questa volta il cardinal
Ruini ha intercettato ogni potenziale disobbedienza e invaso il campo
non suo proponendo la diserzione dal voto.
Prodi non ha detto come voterà, ma ha sostenuto il dovere che
le persone adulte non si sottraggano alle responsabilità dell'essere
cittadini. È tempo che i cattolici - e, soprattutto, le cattoliche
- prendano coraggio e dichiarino la loro autonomia. E anche chiedano
a Ruini quale sia lo status giuridico da rivendicare per i milioni
di embrioni che si sfaldano "naturalmente" senza che neppure
le donne sappiano di essere incinte; o quale ragione di fede ci sia
nel punire persone così rispettose della vita da desiderare
figli, pur essendo sterili come le antiche figure bibliche, solo perché
la scienza coopera con la natura.