Un Dio che stronca le guerre è il Signore
L’ultima operazione di guerra condotta da
Israele nella striscia di Gaza ha riproposto il problema della pace come
questione centrale della vita politica. È sempre più urgente che venga
accettato da tutti il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione
delle controversie nazionali ed internazionali. Deve essere abolito il
ricorso alle armi e alla distruzione di massa come mezzo per precisare
le limitazioni delle sovranità nazionali e come strumento per stabilire
un giusto ordinamento di giustizia fra i popoli. Anche le religioni sono
chiamate a dare un contributo a questa prospettiva. La mostruosità della
guerra moderna esige il rifiuto di ogni fondamentalismo religioso. La
convivenza fra i vari e diversi momenti religiosi non può essere
funzionale alla competizione e al confronto ma deve far maturare
disponibilità e comprensione reciproca. Ebrei, mussulmani e cristiani
devono rifiutare nella loro prassi ogni forma di scontro e di
competizione. Un Dio che stronca le guerre è il Signore ( Gdt, 16, 2
).
Occorre dunque far crescere e moltiplicare
momenti di preghiera comune per rendere sempre più evidente che la
preghiera è gesto di comunione fra gli uomini di tutte le religioni e
non esposizione della propria identità. I cristiani devono praticare
l’incontro religioso ed offrire le proprie chiese come luoghi di
comunione e di incontro. La preghiera inoltre può diventare momento ed
espressione di uguaglianza. Una uguaglianza radicale che rifiuta al
proprio interno ogni forma di potere religioso e tutela l’espressione e
la convivenza fra tutte le diversità. Anche lo spezzare il pane può
esprimere una comunione che ritrova in questi gesti conviviali la radice
e la giustificazione di esperienze che nella tutela della propria
varietà e diversità si propongono come segni dell’unità umana.
Rocco Cerrato
Gruppo Ardizzone - Bologna
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