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IN PRIMO PIANO Cuffaro: l’aspetto ecclesiale della vicenda Le vicende di Salvatore Cuffaro spiccano non per la loro inedita novità (altri presidenti di giunte regionali siciliane hanno subito in passato pesanti condanne penali) quanto per il genere di reato di cui è stato ritenuto colpevole da un tribunale di primo grado: favoreggiamento di boss mafiosi a cui ha fatto pervenire informazioni riservate su provvedimenti (per esempio intercettazioni ambientali) decisi a loro carico.
Tra le numerose considerazioni circolate in
questi giorni drammatici sui giornali e fra la gente, la meno nota
riguarda l'aspetto ecclesiale della vicenda, circondata da silenzi
tombali che solo voci isolate, pericolosamente isolate, hanno avuto in
queste ore il coraggio di infrangere. Cuffaro non è solo un cattolico
convinto e praticante, ma un cattolico che ha fatto della sua
appartenenza ecclesiale una bandiera da esporre ai quattro venti. Ha
chiamato un prete di periferia, generoso quanto ingenuo, a ricevere -
in una stanza del Palazzo d'Orleans - i questuanti giornalieri cui
distribuire elemosine e piccoli doni. Ha persino ritenuto opportuno
supplire alla disattenzione dei vescovi siciliani, assumendo
l'iniziativa plateale di consacrare la Sicilia alla Madonna delle
lacrime di Siracusa. Ebbene, non è per lo meno strano che nessun
esponente autorevole della comunità ecclesiale si sia fatto avanti in
questa occasione per chiedergli un gesto di coerenza con gli ideali
evangelici da lui strombazzati in tempi opportuni e inopportuni? Sinora
si è appreso pubblicamente solo che alcune comunità si sono raccolte in
varie chiese della Sicilia per pregare per lui prima della
sentenza e che, dopo la sentenza, il parroco di Cuffaro, don Aldo
Nuvola, abbia chiesto, a conclusione della celebrazione eucaristica
domenicale, la solidarietà a un uomo ingiustamente perseguitato ("come
Andreotti") dalla "casta cattiva dei magistrati". In senso contrario,
solo una comunità cattolica di Ballarò ha avvertito il bisogno di
chiedere perdono a Dio e ai concittadini per il pessimo esempio che il
confratello Cuffaro ha dato e dà con i suoi reati (se saranno confermati
anche in secondo e in terzo grado), con le sue frequentazioni e con il
suo stile clientelare (che non hanno bisogno di nessuna conferma essendo
da decenni davanti agli occhi di tutti). Augusto Cavadi Palermo www.augustocavadi.eu
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