“Non chi dice
Signore Signore ...” (Mt 7,21)
“Non
pagare le tasse è peccato. Chi lo fa ruba ai poveri perché
toglie allo Stato risorse da destinare ai più deboli. E nello stesso
tempo toglie agli onesti, perché essi devono pagare di più visto che
altri non pagano”. Lo ha dichiarato Bruno Forte vescovo di Chieti e Vasto il 12
novembre al Tg1.
Certo non è ancora la scomunica lanciata da
mons. Giancarlo Bregantini contro i mafiosi:
"
Quella stessa scomunica che la Chiesa lancia contro chi pratica
l’aborto, è ora doveroso, purtroppo, lanciarla contro coloro che
fanno abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e
delle nostre terre, avvelenando i nostri campi”.
Meno incisive le parole di mons Forte, ma sono
pur sempre una condanna contro “l’evasione fiscale” non solo
generica. E’ una condanna ad personam che colpisce non solo
l’evasore/ladro, ma anche i suoi complici: sia gli anti-moralisti
che gli forniscono giustificazioni morali o cavilli legali, sia i
parlamentari teocon e teodem che votano norme per depenalizzare il
falso in bilancio e favorire l’elusione fiscale. Colpisce anche i
direttori e gestori di tante strutture ecclesiastiche trasformate in
alberghi e lussuose case di cura e sacralizzate da qualche
crocefisso o da una cappella per non pagare l’Imposta comunale sugli
immobili: abrogata per loro dal governo Berlusconi e ripristinata
solo pro-forma da quello Prodi.
C’è da aggiungere che la condanna di Forte, che
è anche un valente teologo, come già la scomunica di Bregantini sono
conferme autorevoli di quanto preti e laici di frontiera vanno da
tempo predicando e praticando: c’è peccato anche fuori della sfera
del sesso.
Hanno quindi un valore puramente strumentale i “principi
irrinunciabili” proclamati da Ruini e da papa Benedetto XVI a
Verona. Chi non intende riconoscerli come discriminanti ha ulteriori
motivi per contestarli, se pensa di averne bisogno.
Anche i no global potranno appellarsi al papa
nel denunciare che responsabili della fame nel mondo sono quelli che
non eliminano, anzi creano, “le cause strutturali legate al
sistema di governo dell’economia mondiale, che destina le maggior
parte delle risorse del pianeta a una minoranza della popolazione”.
Perché prendersela tanto con i gay, i divorziati, i fautori
della legge 194... i relativisti se si riconosce con tanta
autorevolezza che ben più gravi sono le responsabilità di chi
permette, legittima, provoca che oltre “800 milioni di persone
vivano in stato di sottoalimentazione e che troppe persone,
specialmente bambini, muoiano di fame”? o non s’impegna “per
incidere su larga scala [...a] ‘convertire’ il modello di
sviluppo globale”?
Certo le parole di papa Ratzinger o di Bruno Forte sono poco
convincenti perché in contraddizione con le prassi della
gerarchia cattolica sono autorevoli esponenti; per di più
impallidiscono di fronte ai fatti dei tanti cristiani, che
lottano per rovesciare quelle cause strutturali o che, intanto,
cercano di lenirne le conseguenze: ma le parole possono
diventare pietre se trovano qualcuno che le ri-lancia.
Marcello Vigli
Gruppo di Controinformazione ecclesiale Roma
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