LABORATORIO 8
Condomini solidali e villaggi “Gaia” tra utopia e realtà
Scrittura collettiva
Ognuno/a è stato/a invitato/a a scrivere le due cose che più l’hanno colpito/a nel lavoro di laboratorio; poi si sono confrontati/e a due a due; poi non c’era più tempo disponibile e abbiamo raccolto tutti i pensieri:
- La voglia delle persone di trovare nuovi modi di stare insieme e di condividere le esperienze di vita
- La possibilità delle persone di accontentarsi di quello che si ha, di una vita non consumistica (decrescita felice di S. Latouche)
- La voglia di cercare strade nuove e di entrare in contatto profondo con il prossimo
- Consapevolezza che siamo tutti interconnessi e che ciò non escluda affatto l’individualità
- Abbiamo conosciuto due micro-realtà che tentano di ovviare alle storture del sistema economico dominante
- Questo non può essere la soluzione globale, ma solo uno stimolo ed eventualmente un inizio
- Esperienze totalizzanti difficilmente riproducibili in altri contesti
- Le amministrazioni locali dovrebbero aiutare queste esperienze
- E’ tangibilmente e concretamente possibile realizzare nuovi modelli di società e comunità sobria e solidale e il confronto tra le diverse esperienze lo conferma
- Prima o poi le nuove realtà sperimentali si confronteranno con le Istituzioni per estendere la scelta e consolidare l’esperienza nel contesto della società più ampia
- E’ necessario partire dalla propria realtà, dai problemi che ti circondano, per incidere su di essi sotto il segno della corresponsabilità e della condivisione
- Per certi versi l’utopia e la consapevolezza dell’obiettivo a cui tendere deve fornire la motivazione e la guida nell’azione
- Limite – le due esperienze hanno quasi riempito lo spazio del laboratorio, per cui si avverte l’esigenza, da una parte, di approfondire altre esperienze solidali e, nel contempo, una maggiore conoscenza delle due esperienze narrate.
Modalità – abbiamo particolarmente apprezzato la passione con cui si è svolto il racconto
Diversità – ci è sembrato di cogliere una diversità nelle due organizzazioni e una diversa interfaccia con le istituzioni
Motivazioni – in una è prevalente la motivazione evangelica, l’altra è aperta a diverse scuole filosofiche
- Piacere di imparare cose nuove e di sognare
- Costruire insieme
- Prendersi cura a vicenda, farsi carico degli altri
- Fatica e bellezza. Non arrendersi alle difficoltà. Con volontà e determinazione si possono raggiungere dei risultati che possono sembrare irraggiungibili e che sentiamo più nostri e che ci danno più gioia
- Quando le cose vanno bene è ora di cambiare, perché ci sono energie per farlo
- Ho misurato il grande divario tra la realtà chiusa di una città di provincia, nei rapporti di vicinato, e l’esperienza di vicinato e di condomini solidali. Basta crederci?
- L’accoglienza della diversità è portatrice di una ricchezza non misurabile e apre sconfinati orizzonti e realizza nuove forme di convivenza felice
- C’è contrasto tra i tanti volti che non hanno un’apparenza né bellezza, e che a volte fingiamo di non vedere, e il mondo splendido, ridente, di Damanhur, nella cui carta d’intenti si legge anche di coltivare l’umorismo
- Se vogliamo, possiamo realizzare i progetti
- Provare a realizzare è necessario comunque
- Non rassegnarci a dire NO all’esistente che non ci piace
- In ogni situazione cercare comunque una via d’uscita
- Il valore del fare: realizzare le cose in cui si crede
- Fare comunità: cambiano i tempi, cambiano le forme, ma rimane forte questo bisogno che nasce all’interno della società; è un bisogno di base, umano, che incontra molte difficoltà nell’uomo stesso
- E’ possibile fare un sacco di cose: grande varietà di iniziative diverse; trovare persone con cui cominciare
- Ci è ancora facile essere critici in modo “negativo” verso esperienze che non conosciamo
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