Laboratorio:
STORIE ED ESPERIENZE....DI
"RIFIUTI" CHE DIVENTANO "RISORSE"
a cura
della casa di Zaccheo (Caserta) e della CdB di San Paolo (Roma)
La pietra scartata dai
costruttori
è divenuta testata d'angolo
(Salmi 117,22)
Come scheda introduttiva al laboratorio proponiamo
queste pagine di Italo Calvino, tratte da “Le città invisibili” e scritte
dall’autore, potremo dire profeticamente, nel 1972.
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“La città di Leonia”
La città di Leonia rifà
se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola
fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa
vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di
latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo
modello d’apparecchio.
Sui marciapiedi,
avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano
il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine
fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche
scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana; più che dalle
cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia
si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle
nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come
dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere,
l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli
spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti
dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che
ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno
vuole più averci da pensare.
Dove portino ogni giorno
il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo;
ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più
lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si
stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l’arte
di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la
sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni.
E una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da
ogni lato come un acrocoro di montagne.
Il risultato è questo:
che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si
saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la
città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle
spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri
e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.
Il pattume di Leonia a
poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero
premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che
anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero,
oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I
confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti
dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.
Più ne cresce l’altezza, più incombe il pericolo delle
frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato
rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni
trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano
tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente
monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni
traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono
pronti coi rulli compressori per spianare il suolo,
estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi
immondezzai.
da “LE
CITTÀ INVISIBILI” di Italo Calvino – Einaudi
editore
(1972)
Cap. VII “Le città continue