Filippo Gentiloni
Il deserto prezioso
Da il manifesto 20 novembre 2005
Con la beatificazione, domenica scorsa, del Padre Charles de
Foucauld, il Vaticano ha dato l'impressione di contraddire se
stesso. Ha esaltato un cattolicesimo molto diverso, a dir poco, da
quello oggi dominante. Da una parte, quella di Roma, la voce forte,
l'uso spregiudicato dei mass media, la presenza sulle piazze di
tutto il mondo e negli organismi internazionali. Dall'altra, quella
di de Foucauld, il silenzio, l'annientamento, il deserto. Due
impostazioni lontanissime l'una dall'altra. Ci si domanda come
possano coesistere insieme nella stessa chiesa. Eppure nel tempo di
un cattolicesimo che cerca gli spazi dei mass media e delle piazze -
si pensi ai raduni mondiali della gioventù - non sono pochi i gruppi
e le comunità che si ispirano al deserto. Con i trappisti, i Piccoli
Fratelli e le Piccole Sorelle, e una quantità notevole di cristiani
che guardano al deserto come a loro «luogo» privilegiato, anche se i
pochi tuareg in piazza San Pietro domenica scorsa con il turbante
bianco erano un elemento di folklore più che una presenza religiosa.
Il deserto, d'altronde, non è una novità nella storia cristiana e
nel suo spirito. A partire dai primi secoli il deserto dell'Egitto,
e non solo, era stato popolato di eremiti e di monasteri. Preghiera
e lavoro, come codificherà san Benedetto. Nei secoli successivi
quella tradizione, mai scomparsa, era stata relegata a pochi
emarginati. Erano venuti i secoli delle iniziative sociali, delle
missioni. Dai gesuiti ai salesiani per arrivare, ai giorni nostri,
fino all'Opus Dei e a Comunione e liberazione. Il deserto sembrava
lontano: inutile, dimenticato. Sembrava che il cristiano dovesse
guardare soltanto alle città e caso mai alle piaghe su cui si
chinava Madre Teresa di Calcutta. Il deserto vuoto di cristiani, era
il luogo dell'islam e di quei predoni che uccisero Padre de Foucauld
e altri trappisti più recenti.
Eppure del deserto la cultura cristiana ha bisogno oggi più che mai.
Non solo per parlare con l'islam facendosi capire, ma anche per
reagire al mondo del denaro, dei media, della pubblicità, della
ricchezza, dell'efficienza. Perciò la testimonianza di Charles De
Foucauld e di coloro che si ispirano a lui è oggi preziosa. Una
«beatificazione», questa volta, provvidenziale.