XXXII INCONTRO NAZIONALE DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI BASE IN UN TEMPO DI SOPRAFFAZIONE E DI PRECARIETÀ "DATE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN VOI" 30/31 ottobre - 1° novembre 2010 Borgaro Torinese (TO) SLIDES PRESENTATE IN APERTURA DELL’EUCARESTIA:
Vogliamo portare in questa eucarestia, e condividere insieme, qualche segno concreto di speranza ...
A Torino dal 2008 esiste un coordinamento di 30 associazioni di base che, insieme ai centri sociali, hanno seguito le centinaia di rifugiati che avevano occupato una clinica abbandonata. Dopo due anni di lavoro le istituzioni sono state costrette ad attivarsi, ed oggi più di 100 persone hanno trovato casa e lavoro e sono normalmente inserite; gli altri sono ancora seguiti in altre strutture, e nessuno è stato costretto ad allontanarsi.
A Pinerolo nell’ultimo periodo c’è stato un nuovo e grande coinvolgimento delle persone nella comunità, in un modo collettivo, con un senso di partecipazione e di responsabilità più autentico e profondo che non mai.
A Verona la comunità di base ha collaborato per anni all’interno di una comunità terapeutica, ed oggi la partecipazione di quei giovani ha generato esperienze di iniziative popolari sull’acqua bene pubblico, i diritti umani, la pace, la Palestina, coinvolgendo giovani e meno giovani della città e della provincia con un nuovo, inaspettato, livello di partecipazione.
In Val Pellice è nato un nuovo gruppo uomini, che prendono consapevolezza che conversione è cambiare vita e prendere le distanze dalla cultura patriarcale. Anche questo è il segno di un mondo nuovo, che sarà connotato da una cultura della corresponsabilità e del rispetto reciproco.
A Carate (Brianza) è nata un’esperienza di cooperazione fra diverse realtà che, coinvolgendo anche persone disabili, con problemi di dipendenza ed altri svantaggi sociali, hanno realizzato una bella e nuova realtà di collaborazione che ha realizzato - fra l’altro - cineforum, momenti di cultura, feste dei popoli, insegnamento dell’italiano a donne straniere, ecc. Ora per la prima volta il Comune ha riconosciuto questo come uno spazio pubblico.
A Gorizia la frontiera era un confine doloroso ed artificiale che divideva una città unica, ed era diventata un confine anche mentale che separava persone simili. La sua abolizione oggi permette una relazione diretta fra vicini, abitanti di due stati e di un’unica città, con scambi, conoscenza e frequentazioni. Così si comincia a ristabilire la verità e ricostruire l’identità di un popolo unico.
A Piossasco (Torino) il Tavolo delle politiche sociali coordinato dal Comune raggruppa molte associazioni di volontariato: dal gruppo per la Salute mentale che offre borse lavoro ai gruppi di Acquisto collettivo, fino al Centro d’ascolto, e tanti altri, che costruiscono insieme varie situazioni di sostegno: un segno di speranza che ha messo in rete i servizi pubblici con le risorse del volontariato.
La manifestazione della FIOM a Roma è stata un grande segno di speranza, perché il fatto che una sola categoria sia riuscita a coinvolgere tante persone è segno che la disperazione non prevale ancora, la precarietà e l’incertezza non hanno la meglio, mentre la voglia di lottare è ancora viva.
A Torino, in una maternità pubblica, è stata accolta una donna somala incinta al 6° mese, ma in coma per una malattia terminale, ed è stata tenuta in vita fino a quando la bambina avrebbe potuto sopravvivere. Due cuori hanno battuto insieme, coinvolgendo tanti altri cuori in un modo molto più umano che tecnico, allo scopo di dare corpo e speranza ad una vita nata fragilissima.
Nel Lazio, gruppi di donne lottano per la difesa dei consultori e dei diritti garantiti dalle leggi nazionali, che sono attaccati da quelle regionali.
A Scampia (Napoli) i giovani sono il maggiore segno di speranza; credenti ma soprattutto laici, si occupano di cultura, volontariato e partecipazione: dalla casa editrice che produce i Pizzini della legalità, fino all’accoglienza dei rom, dall’animazione di quartiere al circolo di Legambiente, dal gruppo Agesci fino all’animazione culturale, ed altro ancora, saldandosi con le radici portate dalle generazioni precedenti.
A Genova si sta organizzando per il 2011 il decennale della rete internazionale delle donne, in collegamento con gruppi di ogni parte del mondo, sui temi della globalizzazione neoliberista ed i suoi effetti sulla nostra vita; il movimento femminista è vivo ed il pensiero delle donne continua ad esserci, in modo critico, senza accettare la resa ed al contrario sempre più impegnato nelle sfide di oggi.
A Ivrea sta partendo una comunità che segue il “progetto carcere”, per l’accoglienza di persone che ne escono; costruiscono insieme a loro la forza di continuare, liberandosi dell’etichetta sociale che hanno cucita addosso, con il coraggio di essere prima di tutto uomini.
A Venezia, in pieno territorio leghista, è nata una comunità monastica aperta al contributo di tutti i gruppi e le persone di ogni fede ed ogni provenienza; una grande esperienza di fede, di confronto e di resistenza che aiuta tanti credenti in un percorso di liberazione delle coscienze.
In Chiapas (Messico) il pensiero delle comunità vede bene che dentro le sofferenze della gente c’è anche una grande luce, costituita dalla scoperta che le differenze fra le persone sono una ricchezza; che diventa un cammino collettivo verso la pace e la giustizia. Queste piccole cose che resistono all’interno delle comunità rappresentano la strada verso una realtà radicalmente nuova.
A Livorno opera da oltre 30 anni un gruppo di sostegno ad alcolisti, persone con dipendenza da sostanze e ultimamente anche dal gioco; con gli strumenti dell’auto mutuo aiuto e della partecipazione al proprio cammino di liberazione sono state centinaia le persone aiutate, compresi quelli che la malattia ha portato via, con i loro familiari ed amici.
A Bil’in, vicino a Ramallah, in Palestina, da oltre due anni si tiene settimanalmente una manifestazione non-violenta di protesta contro il muro che, con la scusa della protezione degli occupanti, ha sottratto tutte le terre coltivate ai palestinesi. Nonostante i gas lacrimogeni, gli arresti e le multe, l’iniziativa coinvolge palestinesi ed “internazionali”, ma anche cittadini israeliani, e va avanti ogni venerdì, dopo la preghiera, da oltre due anni.
In tantissime località oggi qui rappresentate piccoli e piccolissimi gruppi di base, e molte singole persone “invisibili” ma impegnate nella solidarietà, tengono viva una fiammella: quella delle persone che sono più importanti dell’etichetta sociale che hanno addosso; della relazione che viene prima dell’appartenenza; dell’unità e dell’armonia degli uomini e delle donne che viene prima e al posto della frammentazione specialistica; dei bisogni e dei diritti al posto del consumo e dell’omologazione; della cittadinanza e non solo dell’accoglienza.
Tutto questo, e tante, tante tante altre esperienze portiamo oggi qui, in questa eucarestia, e vogliamo condividere insieme come segni di una speranza viva.
Torino (Borgaro), 31.10.10 (a cura della cdb di Torino, sulla base di alcune interviste flash realizzate durante il convegno stesso con i partecipanti, con la domanda: “Quale potrebbe essere un segno di speranza nella tua zona?” |
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