XXXII INCONTRO NAZIONALE DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI BASE IN UN TEMPO DI SOPRAFFAZIONE E DI PRECARIETÀ "DATE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN VOI" 30/31 ottobre - 1° novembre 2010 Borgaro Torinese (TO) RELAZIONE LABORATORIO N. 2 "La società multiculturale condizionata dal potere dei media e dall’ingerenza delle gerarchie cattoliche" (coordinato dalla redazione di Tempi di Fraternità e dal gruppo della Scuola di Pace di Napoli)
La prima parte della mattinata è stata dedicata alla simulazione di una lezione in una scuola d’italiano per stranieri, con l’obiettivo di far vivere a ognuno di noi la condizione di un immigrato della scuola. In un primo momento, sono stati creati dei codici della comunità per dare la possibilità di scioglierci e sentirci parte del gruppo; stesso lavoro viene fatto con un immigrato che, appena arrivato alla scuola, ha bisogno di sentirsi appartenente ad una nuova comunità accogliente. In un secondo momento, è stato fatto il gioco del cambio d’identità, attraverso cui a ognuno di noi è stato assegnato il nome di una persona straniera della scuola con associate alcune caratteristiche della sua lingua, in modo da rivivere parzialmente le difficoltà linguistiche portate dagli immigrati che frequentano la scuola stessa. La riflessione finale significativa è stata la seguente: Quale sarà o dovrebbe essere la lingua dello spazio pubblico? L’italiano? E se si, quale italiano? Siamo pronti ad accettare alcune espressioni come “io andare..”?
La seconda parte della mattinata è stata rivolta alla seguente questione: Perché parliamo di società multiculturale? Qual’é il ruolo dei media? Si è partiti da una riflessione sulla funzione oggi assunta dai media, i quali rivestono un ruolo di potere comunicativo che spesso distorce l’informazione, veicolando un’idea dello straniero molto stereotipata. Poi, sono stati presentati i dati Istat riguardanti l’immigrazione, alcuni dei quali rilevavano un livello di istruzione molto simile tra stranieri regolari e italiani e un’età media degli stranieri molto bassa (l’80% degli immigrati regolari ha meno di 45 anni). Successivamente, è sorto come problema centrale quello della cittadinanza. E’ stato fatto un riferimento particolare a Torino, dove c’è un alto numero di ragazzi appartenenti alla seconda generazione di immigrati, che sono nati e vissuti qua, senza mai acquisire il diritto alla cittadinanza. Infine, ci siamo soffermati sull’utilizzo di termini che, col tempo, stanno cambiando, aprendosi alla vera dimensione relazionale insita nel rapporto tra autoctono e immigrato. Invece di parlare di multiculturalità (la presenza di più culture in una società), parliamo di interculturalità (la relazione tra più culture all’interno di una società); invece di integrazione (concetto ambiguo, che rimanda all’assimilazione di un popolo in un altro), parliamo di interazione. Riportiamo la riflessione finale: è importante che dal confronto tra due persone appartenenti a due culture diverse vengano creati uomini e donne nuove, grazie alla fusione dei propri schemi di rappresentazione, attraverso due modalità: - il riconoscimento dei diritti della costituzione italiana; - i testi sacri, come la bibbia, che rappresenta lo straniero come fratello da accogliere.
La terza parte del laboratorio (il pomeriggio) si è basata sulla comprensione della nostra cultura, punto di partenza per poter capire la cultura altrui. In primis, dalla lettera di Paolo tratta dai Corinzi, sono derivate alcune riflessioni molto interessanti. Le più significative sono le seguenti. • L’identità è multipla, non statica, è in movimento. • L’intercultura è relazione con tutti. • Relazionarsi con stranieri non vuol dire perdere la propria identità. • Legittimità di ogni fede. • Si possono unire i sentimenti, il meticciarsi mantenendo i propri valori e i valori altrui. • Farsi prossimo (nel senso di sostegno del malcapitato) degli altri. • Il samaritano non perse tempo a chiedersi se la sua compassione era buonismo. • Impariamo dagli stranieri. • Il samaritano era buono? Se diciamo buon samaritano, rendiamo un’eccezione e condanniamo tutti gli altri. • Ogni cultura coltivi l’umano. • Preservare le culture a ogni costo uccide le relazioni e i sentimenti. • Dio non è ragione, ma sentimento, pancia. • Distinzione importante tra fede (rapporto personale con Dio) e religione (istituzionalizzazione della fede. E’ meglio parlare di religioni). • La fede ci unisce, la dottrina ci divide.
La frase che, a parer nostro, può sintetizzare bene l’intera riflessione sulla multiculturalità è la seguente:
“ Il modo migliore per far sparire gli stranieri è la Fraternità.”
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