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XXXII INCONTRO NAZIONALE DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI BASE

IN UN TEMPO DI SOPRAFFAZIONE E DI PRECARIETÀ "DATE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN VOI"

30/31 ottobre - 1° novembre 2010

Borgaro Torinese (TO)


RELAZIONE LABORATORIO N. 3

"Violenza, dignità calpestata, diritti negati delle donne, delle persone GLBT, dei malati, dei/delle bambini/e in una società maschilista e patriarcale"

(coordinato dalla CdB Isolotto di Firenze)

Dopo una prima conoscenza reciproca dei partecipanti al laboratorio (nome, provenienza, attività), ci si è confrontati con varie testimonianze su alcune categorie sociali emarginate o che hanno visti negati i propri diritti o subito violenza: le donne, i lavoratori, gli omosessuali, i carcerati e preti emarginati. Il dibattito è stato molto vivace, con apporti significativi da parte di tutti i presenti. Nel pomeriggio ci si è divisi in quattro sottogruppi per riflettere sulla falsariga di alcune domande, predisposte sulla base dei documenti introduttivi (vedi allegato). Un gruppo era di carattere particolare, perché composto da soli uomini che volevano elaborare un appello a tutti i maschi delle comunità di base per costituire gruppi di riflessione sulla propria identità maschile e sul ruolo da svolgere per superare questo modello di società. Il seguente è il resoconto dei tre sottogruppi misti, perché quello del gruppo maschile sarà inoltrato a parte presso la segreteria.

1.         Secondo noi gli elementi della società che attualmente originano violenza sono il potere, usato come arma di prevaricazione sui soggetti più deboli; la sessualità, intesa come sopraffazione e non come strumento d'amore; la povertà, intesa come situazione subita, come precarietà, come mancanza di sicurezze che sfocia nella violenza. Il povero che fa violenza su un soggetto più debole è a sua volta una vittima.

La società maschilista presuppone una cultura volta a schematizzare la realtà e i comportamenti, per poterli controllare. Chi deroga alle regole fissate non può più essere controllato e quindi viene emarginato come non funzionale. Ma la vita è diversità, e quindi bisogna dare spazio alla fantasia e alla creatività: avvicinare i diversi per lasciarsi interrogare e trasformare. Se tutto è impostato sull'avere, sul possesso, prevale il desiderio del potere, che si ottiene con la violenza sugli altri.

2.         Il capitalismo e la cultura del dono sono realtà antitetiche che non possono coesistere. Infatti il dono e la gratuità cozzano con il capitalismo, il quale esclude e non considera tutto ciò che non ha un tornaconto, un ritorno, un guadagno. Possiamo partire proprio dal dono per costruire un'alternativa alla competizione e all'individualismo. Partiamo dal donare il nostro tempo tentando di creare relazioni nuove tra le persone. In una società che ha aumentato gli strumenti della "comunicazione" (internet, sms, e-mail...), ma ha perso la "relazione", impariamo a relazionarci, ascoltandoci e ..."perdere tempo con gli altri". In alternativa all'attuale struttura sociale bisogna sviluppare la cultura del dono e ciò comporta vedere gli altri sul nostro stesso piano, con esigenze, problemi, desideri e speranze uguali alle nostre, per cui è logico attribuire loro i nostri stessi diritti. Nella nostra cultura si sottolinea troppo il pronome/aggettivo "mio", legato quindi al possesso personale, e ciò crea una barriera difensiva che ci porta a considerare il prossimo come nemico che minaccia la nostra proprietà. Un ambito di relazioni gratuite c'è forse nella famiglia e allora bisogna riuscire ad allargare sempre più questo cerchio di gratuità fino ad arrivare ad un modello di società inclusivo delle diversità.

3.         La parola non comunica ormai più nulla: si reagisce di pancia, in modo irrazionale. l'unica possibilità di comunicazione è agire insieme, realizzare qualcosa di concreto, realizzare nuovi progetti, e questo comporta una comune esperienza di vita e uno scambio di esperienze.

4.         La creatività è essenziale per affrontare la realtà di questi tempi bui, cercando cose nuove da proporre che coinvolgano la gente. Esempi in questo senso sono le esperienze dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), la rete che si è creata tra le associazioni che hanno raccolto le firme per l'acqua come bene pubblico, la rete per ilo riciclaggio al 100%. Sono esempi che possono avvicinare la gente al bene comune. La creatività è in antitesi con la pigrizia culturale, con il conformismo e il quieto vivere. E' la fatica di mettersi in crisi e di trovare soluzioni nuove che di fatto rappresentano una crescita culturale che porta al benessere. Questo comporta la giusta sensibilità per apprezzare e valorizzare elementi a noi estranei, cioè la diversità.

5.         Parole-chiave che abbiamo individuato sono state:

•          Solidarietà

•          Gratuità

•          Rallentare

•          Incontrare

•          Ascoltare

•          Semplificare

•          Donare